Un tranquillo circolo di paese, a Canegrate nel Milanese, viene trasformato in un ring. Un uomo, esagitato e geloso fino alla paranoia, vede la sua ex compagna parlare con un altro e dà fuori di testa. Sul posto intervengono i Carabinieri, ma l’aggredito – forse per paura di una vendetta – non denuncia il suo aggressore, nonostante quest’ultimo lo abbia pure minacciato di morte
3 LUGLIO 2017
CANEGRATE (MILANO) – Scoppia la bufera sul Circolo Vercesi, un tranquillo di Canegrate, nel Milanese, già al centro di recenti polemiche per via della musica troppo alta. Ma a far discutere è un episodio accaduto alcune settimane fa, reso noto soltanto in questi giorni: una rissa per amore.
La protesta
Secondo i residenti, il Circolo rende loro la vita impossibile. E tutto perché all’interno del locale si svolgono serate di Karaoke. Così gli avventori, per fumare una sigaretta o per fare quattro chiacchiere, si riversano all’esterno, sulla pubblica via. I clienti, spesso, sono rumorosi e molesti, con una tendenza a esagerare con gli schiamazzi. I cittadini, dunque, protestano con le istituzioni, lamentando un certo menefreghismo. A placare le polemiche, tuttavia, ci prova la proprietaria del locale: “Gli orari dei permessi vengono rispettati. Tempo fa l’Arpa venne a controllare e monitorare i decibel del nostro locale, i quali rientrano nei limiti consentiti dalla legge. Ci dispiace se arrechiamo disturbo, ma ci abbiamo messo due anni a ripulire il locale da brutte persone e acquisire nuova clientela. Forse preferivate gli schiamazzi in piena notte, con la gente che si prendeva a botte e bottigliate?”.
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La rissa
No, nessuno preferiva assistere a scazzottate fra gentaglia di vario genere. Cose, per la verità, che accadevano prima e accadono ancora oggi. Qualche settimana fa, per esempio, il Circolo Vercesi è stato teatro di una rissa con botte e minacce di morte tra alcuni avventori, scoppiata per basiche ragioni di gelosia: un ragazzo si era infastidito per aver visto la sua ex in compagnia di un altro, fino a picchiare il suo presunto rivale (che tale non era affatto e che non aveva fatto nulla di male). I clienti del locale erano intervenuti e ed erano pure riusciti a riportare la calma: l’aggressore infatti, in compagnia di un amico, si era allontanato. Era già in strada, quando all’improvviso ha cambiato idea, tornando al cancello – chiuso a chiave – che dà sul giardino del bar. A quale punto l’uomo – 30enne, di origine meridionale – ha ricominciato a minacciare: “Domani sei morto, sei già morto!” Poi ha scalvato la cinta e si è scagliato ancora contro il suo presunto rivale. Fermato dagli altri avventori, ha infine deciso di dileguarsi.
Nessuna denuncia
Poco dopo sono arrivati i Carabinieri, pronti a raccogliere testimonianze e denunce. Ma nessuno ha voluto dire nulla né l’aggredito ha voluto denunciare il suo aggressore, forse per paura di una vendetta. E così le forze dell’ordine non hanno potuto fare niente, perché in questi casi si può procedere con le indagini solo dietro presentazione di querela di parte.