Una donna di Legnano, nel Milanese, sarebbe stata aggredita da un uomo nordafricano mentre rincasava con il figlio di un anno nel passeggino. L’episodio è stato riferito su Facebook. Al momento non sono noti altri dettagli. Nessuna denuncia sarebbe stata presentata alle forze dell’ordine

17 AGOSTO 2017

di Redazione

LEGNANO (MILANO) – “Questa sera una donna, di cui non sono autorizzato a dire il nome, è stata aggredita da un uomo dalle fattezze nordafricane, mentre rientrava a casa con il figlio di meno di un anno nel passeggino. È stata seguita lungo corso Garibaldi e l’aggressione è avvenuta nel tratto che conduce all’area Cantoni. È intervenuto immediatamente un uomo che passeggiava con un grosso cane, mettendo in fuga l’aggressore, che era in bicicletta”. E’ quanto rende noto un cittadino sul gruppo Facebook ‘Sei di Legnano se…’. Al momento non sono noti altri dettagli.

Nessuna denuncia

A seguito dell’inquietante episodio non sarebbe però stata presentata alcuna denuncia alle forze dell’ordine. “La signora aggredita – si legge nel post – era sconvolta e al mio invito a telefonare subito alla Polizia o ai Carabinieri mi ha risposto che non lo farà, perché vuole dimenticare subito questa vicenda, che l’ha terrorizzata perché ha coinvolto il suo bambino e purtroppo perché ‘tanto sarebbe inutile’. Questa sfiducia è un sintomo gravissimo di malessere sociale”. Vero, anche perché le forze dell’ordine hanno dimostrato centinaia di volte la loro competenza, a condizione di poter agire. E in questo caso, in base alle leggi vigenti in Italia, il reato di aggressione è perseguibile solo su querela di parte. In caso contrario, il malvivente corre il rischio di farla franca. 

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Allarme sicurezza

Ma su Facebook il dibattito si sposta immediatamente sul fronte caldo della sicurezza cittadina: “In quella zona e in altre di Legnano, di notte, stazionano abitualmente gruppi di nordafricani – prosegue il post – che fanno chiasso, spesso litigano tra loro e lasciano tracce dei loro eccessi etilici. Se li si osserva si notano anche movimenti che rivelano lo spaccio di stupefacenti. Dobbiamo tutti essere grati alla persona sconosciuta che ha salvato la signora. Poi dobbiamo capire se rassegnarci al fatto che alcune zone della città diventino dominio incontrastato di questi gruppi. In caso affermativo sarebbe utile montare cartelli che avvertano del pericolo di circolare liberamente non appena fa buio. Oppure dobbiamo esigere che le pubbliche autorità intervengano con misure adeguate. Per incominciare potrebbero organizzare interventi simili a quelli avvenuti alla stazione centrale di Milano. Interventi di buon senso e dettati dalla necessità di dare una risposta pragmatica a esigenze reali, evitando manifestazioni anche verbali di razzismo e l’altrettanto deprecabile atteggiamento contrario di chi cerca giustificazioni ed è pronto a condannare ogni intervento repressivo o preventivo tacciandolo di razzismo”.