E’ morto all’età di 91 anni ‘Ciccio ‘u Castanu’, classe 1927 originario di Platì, boss dell’omonima ‘ndrina calabrese. Stava scontando una pena all’ergastolo per omicidio
3 NOVEMBRE 2018
PARMA – E’ morto alle 22.40 di giovedì 1 novembre 2018, all’età di 91 anni, Francesco Barbaro, alias ‘Ciccio u Castanu’, boss della cosca di ‘ndrangheta più potente e influente al mondo. Il super-padrino si è spento all’interno della sua cella nel carcere di Parma, dove stava scontando una pena all’ergastolo per l’omicidio del brigadiere Antonio Marino, avvenuto il 9 settembre del 1990 a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria.

Il ‘curriculum’ criminale
Barbaro viene arrestato per la prima volta a metà degli anni Settanta e sconta 6 anni di carcere per associazione a delinquere. Poi altri 25 anni di prigione per un sequestro di persona avvenuto in Calabria nel 1989. Solo due anni dopo la scarcerazione, avvenuta nel 2013, arriva anche l’ultima condanna: all’età di 88 anni ‘u Castanu viene arrestato nella ‘sua’ Platì (provincia di Reggio Calabria) insieme al nipote Antonio Papalia (di Buccinasco, nel Milanese) perché ritenuti responsabili – il primo come esecutore materiale, il secondo come mandante – dell’omicidio del carabiniere Antonio Marino. A riaprire il caso, oltre vent’anni dopo, un’intercettazione raccolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano; una sorta di confessione del delitto che è valsa a Ciccio Barbaro il carcere a vita.
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La ‘ndrina
La morte del patriarca sarà sicuramente un duro colpo per l’intera famiglia dei Barbaro-Papalia. Perché ‘u Castanu era un punto di riferimento per tutti: basti pensare che i suoi nipoti, sparsi in ogni angolo del pianeta, lo veneravano come una reliquia. In vita restano ancora i figli Giuseppe, detto ‘u Charly, recentemente scarcerato per motivi di salute e residente nel Riminese, e Rocco ‘u Sparitu (soprannome ‘guadagnato’ in seguito alla latitanza durata quasi 2 anni prima dell’arresto a Platì, nel 2017), già reggente della ‘Lombardia’ e recentemente condannato in primo grado a 16 anni per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Sfuggito alla maxi-operazione ‘Infinito’ del 2010, Rocco Barbaro è ritenuto il boss del narcotraffico tra Europa e Sudamerica.
