Busto Garolfo, don Tempesta, accusato di abusi e molestie su 7 ragazzini, vive in località segreta
BUSTO GAROLFO (MILANO) – Don Emanuele Tempesta, 29 anni – fino allo scorso luglio coadiutore dell’oratorio Sacro Cuore di Busto Garolfo, indagato per abusi sessuali e molestie su 7 minorenni di età compresa tra gli 8 e i 12 anni – rimane agli arresti domiciliari, mentre il Tribunale si prepara ad ascoltare i ragazzini che lo accusano.
Don Tempesta resta ai domiciliari
Il sacerdote, durante gli interrogatori, ha continuato a professarsi innocente e ha definito le accuse contro di lui “infamanti”, nonché frutto di pura invenzione. Per i magistrati di Busto Arsizio però – al netto della presunzione di innocenza – gli indizi sono tali da non consentire la scarcerazione, anche se dovranno diventare prove concrete e inconfutabili al processo. Il che non sembra un’operazione semplice, perché finora ci sono solo le denunce di alcune mamme, che hanno raccolto le confidenze dei loro figlioletti. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra febbraio 2020 e maggio 2021. In piena pandemia, con lunghi periodi di lockdown, il sacerdote avrebbe invitato a casa sua gruppi di preadolescenti, tutti ragazzini dell’oratorio. Durante quei pomeriggi i bimbi e il religioso avrebbero giocato alla Playstation. E proprio lì, davanti allo schermo, sarebbero avvenute le ‘carezze proibite’. La Procura contesta a don Tempesta 8 episodi che coinvolgono 7 bambini.
La difesa di don Tempesta
La difesa del sacerdote – affidata all’avvocato Mario Zanchetti, legale ‘storico’ della Curia di Milano nei casi di pedofilia – è intenzionata a smontare l’impianto accusatorio, mettendo in luce alcuni punti deboli e facendo emergere dubbi sui racconti dei minorenni. Se si arriverà al processo, le udienze saranno celebrate a porte chiuse allo scopo di proteggere i bambini. Nelle ultime settimane era circolata anche l’ipotesi di una trattativa tra le parti o almeno tra alcuni dei protagonisti. L’ipotesi, come già accaduto altre volte, è quella di un risarcimento preventivo alle famiglie dei minori in cambio della loro rinuncia a costituirsi parte civile all’eventuale processo, alleggerendo così la posizione del sacerdote, che continua a vivere in un immobile della Curia in località segreta. Ma la maggior parte dei genitori avrebbe fatto sapere di non essere intenzionata a trattare, almeno in questa delicata fase.
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Le presunte vittime in Tribunale
Intanto il Tribunale di Busto Arsizio si prepara per l’incidente probatorio, che la Procura intende mettere in campo per ascoltare i bambini coinvolti e anticipare dunque l’acquisizione di prove pertinenti e rilevanti ai fini della richiesta di rinvio a giudizio. Il Pubblico ministero titolare dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Milano, Flavia Salvatore, potrebbe depositare l’istanza nelle prossime settimane. Sorgono però i primi dubbi sull’inchiesta. Da quanto si apprende in ambienti giudiziari ci sarebbero forti preoccupazioni da parte degli inquirenti sulla solidità dell’impianto accusatorio. Quest’ultimo infatti, per reggere a un processo, necessità di prove e riscontri, non solo di testimonianze. Per questo l’incidente probatorio non si terrà prima di due-tre settimane.