Percepivano l’indennità di disoccupazione grazie a due dipendenti infedeli dell’Inps di Ostia, che avrebbero escogitato una truffa da 1,3 milioni di euro. Denunciate 123 persone. Sequestrati conti correnti e deposito titoli per oltre mezzo milione di euro. Succedeva a Ostia
25 Aprile 2016
di Laura Oldani
Ostia (Roma) – Scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma una truffa per 1,3 milioni di euro. La truffa sarebbe stata escogitata e portata avanti da due dipendenti infedeli dell’INPS di Ostia. Il tutto si sarebbe verificato con l’attuazione di un ottimo escamotage, degno di menti brillanti: i due dipendenti avrebbero inserito nel sistema informativo dell’Ente i dati di ignari datori di lavoro di alcune aziende, al fine di produrre modelli che attestavano rapporti di lavoro, falsi. In questo modo si otteneva il diritto di ricevere l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, per legge destinata a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento. Con queste modalità l’Inps era tratto in errore, erogando trattamenti ignaro di tutto.
Le indagini della Finanza
Le indagini sono partite dopo che i residenti in altre zone – come Latina e Frosinone – erano andati fino a Ostia per presentare la domanda di accesso al sussidio. Molti modelli riportavano come come datori di lavoro note case cinematografiche, del tutto estranee alla vicenda. Dalle indagini è emerso che in molti casi erano beneficiari delle prestazioni intere famiglie (mariti, mogli, figli, cugini). Alcuni che avevano già un regolare contratto di lavoro avrebbero addirittura arrotondato lo stipendio con il sussidio erogato dall’Inps.
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123 persone denunciate all’Autorità giudiziaria. Sequestri per oltre mezzo milione di euro
Ben 123 i soggetti denunciati all’Autorità giudiziaria per truffa aggravata ai danni dello Stato. Alcuni fra questi hanno già restituito le somme percepite in modo indebito accordandosi con l’ente previdenziale. L’Inps dal canto suo ha fornito la massima collaborazione alle indagini dei Finanzieri e ha immediatamente interrotto l’erogazione dei cosiddetti sussidi. Sono stati intanto sequestrati conti correnti e deposito titoli nella disponibilità di alcuni indagati per oltre mezzo milione di euro.