Il papà del piccolo Tommaso – un bimbo di Turbigo, morto due giorni dopo il parto all’ospedale di Legnano, nel Milanese – parla in esclusiva con Libera Stampa l’Altomilanese: “Quella notte chiamai il 112, i medici furono evasivi”. L’ospedale: “Si faccia chiarezza”

27 NOVEMBRE 2017

di Francesco Colombo

LEGNANO (MILANO) – “Voglio sapere la verità sulla morte di mio figlio”. A parlare in esclusiva per Libera Stampa l’Altomilanese è il papà di Tommaso, il neonato di Turbigo, tragicamente scomparso due giorni dopo il parto nel reparto di ginecologia-ostetricia dell’ospedale di Legnano, nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre.

L’inchiesta: 2 medici indagati

La Procura di Busto Arsizio ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: il Pubblico Ministero, Nicola Rossato, ha iscritto due medici nel registro degli indagati. Si tratta del medico pediatra e del medico rianimatore che, quella sera, cercarono di salvare in tutti i modi la vita del bambino, purtroppo senza successo. L’avviso di garanzia, in questa fase, è stato emesso essenzialmente come forma di tutela nei confronti dei due camici bianchi, che potranno farsi assistere dai propri avvocati durante gli accertamenti e le analisi disposte dal magistrato. Al momento, non risulta che i genitori di Tommaso abbiano sporto formale denuncia all’Autorità giudiziaria: l’inchiesta è frutto di un’iniziativa della Procura, assunta dopo aver ascoltato i genitori del piccolo e i medici di turno quella notte.

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Parla il padre di Tommaso

Conoscere la verità sulla morte di Tommaso è, in questo momento, la priorità dei genitori del bimbo: entrambi residenti a Turbigo, il padre 49enne e la compagna 41enne non riescono ancora a darsi pace. “Mio figlio – racconta il papà del piccolo – è nato la mattina di giovedì 9 novembre, verso le 11. Era perfettamente sano ed è rimasto per un po’ nella culla termica, in attesa che la mamma si riprendesse dal parto”. Il padre di Tommaso, che ha altri 3 figli, spiega quello che è accaduto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre: “Sono rimasto in reparto fino alle 21, prima di tornare a casa. Verso mezzanotte la mia compagna mi ha telefonato e mi ha chiesto di correre in ospedale perché il bambino stava male. Si era accorta, infatti, che Tommaso non era più reattivo e aveva gli occhi aperti, quasi spalancati”. A questo punto il racconto si fa drammatico. “I medici ci hanno detto che il bambino aveva avuto un arresto cardiaco e che stavano tentando di rianimarlo. Alla 1 e mezza ci hanno permesso di vederlo per un’ultima volta e, poco dopo, ci hanno comunicato che era morto”.

I dubbi sulla morte di Tommaso

I genitori, sotto choc e travolti dal dolore, chiedono spiegazioni ai medici. Com’è possibile che un bambino perfettamente sano muoia all’improvviso a soli 2 giorni dal parto? “I medici – spiega il padre del piccolo – ci hanno detto che forse si è trattato di un caso di morte in culla, una sindrome improvvisa che colpisce le terminazioni nervose e non lascia scampo”. Il papà di Tommaso, a quel punto, domanda ai sanitari se è prevista l’autopsia sulla salma del piccolo. “Mi hanno risposto in maniera evasiva. Mi hanno detto che non lo sapevano, che tutto dipendeva dal primario. Ho deciso quindi di richiedere l’intervento immediato del 112, che ha inviato in reparto una volante della Polizia di Stato”.

L’intervento della Polizia

I poliziotti arrivano in reparto verso le 2 del mattino. Sequestrano la cartella clinica di Tommaso e della madre e raccolgono le testimonianze dei genitori del piccolo e dei medici presenti in reparto. Qualche ora dopo la Procura apre un’inchiesta per omicidio colposo e iscrive nel registro degli indagati i due medici. “Voglio ringraziare gli agenti intervenuti in reparto – dichiara il papà di Tommaso – perché hanno dimostrato un’umanità e una vicinanza davvero eccezionali”.

L’autopsia

Sarà l’autopsia sulla salma del neonato, disposta dal Pubblico ministero e già effettuata all’ospedale di Legnano da un medico esterno di Pavia, a chiarire i dubbi sulla morte del neonato. Per gli esiti occorrerà attendere 30 giorni, forse di più. Solo in quel momento, il quadro della situazione potrà essere più chiaro, soprattutto in relazione alle eventuali responsabilità penali dei medici del reparto.

L’appello dei genitori

“L’ospedale di Legnano – ammette il papà di Tommaso – è una struttura d’eccellenza, che salvò la vita a mio padre quando era malato. Ma noi vogliamo sapere cosa è successo veramente a nostro figlio, vogliamo capire cosa è accaduto quella notte. Tommaso doveva essere a casa con noi già domenica scorsa, invece è scomparso all’improvviso qualche ora prima delle dimissioni dall’ospedale: perché?”.

Parla l’Azienda Ospedaliera

“Siamo molto vicini alla famiglia – ha dichiarato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Massimo Lombardo – e stiamo collaborando con l’Autorità giudiziaria, nell’ottica di un percorso di garanzia, affinché si chiarisca la vicenda”.