Un imprenditore di Legnano stretto nella morsa dei debiti e un giovane truffatore di Inveruno, già noto alle forze dell’ordine. Sono questi i protagonisti di una storia che si svolge nel Milanese e che ha dell’incredibile, perché dopo l’arresto in flagranza del balordo le indagini stanno andando avanti e potrebbero svelare uno scenario inedito nel mondo della crisi
18 FEBBRAIO 2017
INVERUNO-LEGNANO (MILANO) – Un imprenditore stretto nella morsa della crisi e un truffatore già noto alle forze dell’ordine. Sono questi i protagonisti di una storia di cronaca che vede al centro le città di Inveruno e Legnano, una storia che ha dell’incredibile. E’ stato processato per direttissima e condannato a 8 mesi di reclusione un 30enne residente a Inveruno già noto ai Carabinieri per truffe commesse nella zona.
I fatti
I fatti sono accaduti a metà gennaio 2017: un imprenditore legnanese, messo in ginocchio da seri problemi economici, si è rivolto al 30enne, molto probabilmente per chiedergli un prestito. L’uomo era in evidente difficoltà, oppresso dai debiti, ed era disposto a tutto, pur di riuscire a ottenere del denaro e a ottenerlo subito. Dall’altra parte, il 30enne millantava di avere a disposizione una notevole cifra per poter aiutare l’imprenditore, che però si è insospettito (molto probabilmente a causa dei metodi usati dal truffatore) e si è rivolto alle forze dell’ordine.
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Il blitz
A questo punto è scesa in campo la Polizia di Stato di Legnano, che ha intercettato e individuato l’uomo proprio nelle vie della nota città del Carroccio. L’uomo – hanno scoperto le forze dell’ordine – non poteva essere lì, perché era già stato colpito in passato da un provvedimento restrittivo a causa di alcune truffe portate a termine nel territorio dell’Altomilanese. Sul 30enne pendeva infatti un obbligo di dimora a Inveruno, suo paese di residenza.
Il finto benefattore
Ma il 30enne aveva deciso di violare il provvedimento dell’Autorità giudiziaria e si era spinto fino a Legnano per poter incontrare quella che, con tutta probabilità, sarebbe stata la sua ennesima vittima, dipingendo se stesso come un benefattore. Fortunatamente, questa volta, i militari sono arrivati prima e il tentativo di estorsione è stato bloccato. Una volta individuato l’uomo, la Polizia di Stato lo ha arrestato e lo ha subito portato in Commissariato. Visti i fatti, il 30enne inverunese è stato processato per direttissima, ha patteggiato otto mesi di carcere con il ripristino della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, assieme all’obbligo di firma presso la stazione dei Carabinieri competente per territorio, ovvero quella di Cuggiono.
L’inchiesta
Non sono note, al momento, le generalità dell’uomo. La Polizia di Stato, infatti, mantiene il massimo riserbo sull’accaduto perché “le indagini sono in corso e sono in atto approfondimenti su altri potenziali episodi”. Con tutta probabilità i poliziotti vogliono capire se dietro a questo caso se ne nascondano altri, magari ancora più gravi e complessi di quello che è appena stato sventato.
Il dubbio
Perché promettere denaro che non si possiede? Il dubbio è che il truffatore, approfittando dell’estremo bisogno di un imprenditore colpito dalla crisi, ne possa poi approfittare per mettere in campo gli usurai, di fatto consegnando l’imprenditore nelle mani della criminalità.