I berlusconiani testano gli umori degli elettori: i risultati di un’indagine che doveva restare riservata

di Ersilio Mattioni

Forza Italia avrebbe commissionato un sondaggio per testare gli umori dei magentini in vista delle elezioni comunali 2017, o meglio in vista di una campagna elettorale, che di fatto si aprirà fra qualche mese, difficile, forse la più difficile degli ultimi vent’anni. Il documento, che avrebbe dovuto restare segreto, è stato reso noto da un militante del partito berlusconiano. Per essere onesti, è stato reso noto solo in parte, perché il dato del Movimento 5 Stelle manca. E, dopo Sedriano, quel dato non è proprio un dettaglio. Se gli ‘azzurri’ si aspettano una situazione grigia, la realtà è persino peggiore dell’immaginazione: Forza Italia è quotata al 12%, mentre i possibili alleati della Lega Nord sono al 22%. In totale il centrodestra unito (cui va aggiunto il 4% di Fratelli d’Italia) si attestano al 38%. In politica però l’aritmetica conta relativamente, perché la somma dei singoli partiti non si riproduce quasi mai come totale della coalizione. A complicare la vita al centrodestra, poi, si aggiunge un super Pd. Secondo le intenzioni di voto sondate dagli ‘azzurri’ il partito di Marco Invernizzi e Paolo Razzano supera al 36%. Qui si apre, per il centrosinistra, la difficile partita delle alleanze, ma basta pochissimo ai ‘democratici’ per passare il muro del 40%. Il che vorrebbe dire, come minimo, andare al ballottaggio con ampie possibilità di vittoria. Ma vorrebbe dire pure un’altra cosa, cioè disinnescare la mina di Progetto Magenta, che per il sondaggio riservato vale tra il 3 e il 4%. In altro parole, il velleitario movimento di Silvia Minardi sarebbe residuale: non potrebbe né vincere né dare al fastidio al Pd (vero obiettivo della professoressa di lingue, che sta mostrando in questa fase una inadeguatezza politica sconcertante). I lettori di ‘Libera Stampa l’Altomilanese’ già lo sapevano, perché da mesi andiamo scrivendo che Progetto Magenta si sarebbe rivelato per quello che in effetti è sempre stato: un flop. Un ostacolo che si frappone tra Invernizzi e la sua riconferma, tuttavia, c’è. Si chiama Emanuele Torraggiani: la sua lista varrebbe il 7% da sola, senza partiti e senza alleanze. Di più, Torreggiani candidato sindaco di una coalizione unita (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, più Luca Del Gobbo con il Nuovo Centrodestra) sarebbe quotato sopra il 50% già al primo turno. Da ciò la domanda che tanti elettori di centrodestra si stanno facendo: ma allora perché i partiti non fanno un passo indietro a sostegno dell’intellettuale-giornalista? La risposta è nelle cose: i partiti del centrodestra magentino (o meglio, i loro dirigenti: cosa dirigano è tutto da capire) non vogliono vincere, vogliono solo mantenere piccole rendite di posizione. Detto in altri termini, meglio perdere e continuare a occupare gli scranni di minoranza, piuttosto che vincere con Torreggiani, che è un uomo libero e sarebbe, di conseguenza, un sindaco libero. E questo non va bene.