Premiata negli Usa Elena Ardini, responsabile di ‘Entrectinib’, medicinale antitumorale nato nei laboratori di Nerviano, nel Milanese. Ma il Centro ha rischiato il crac

1 MAGGIO 2018

di Alessandro Casali

NERVIANO (MILANO)- La lotta contro il cancro passa, sempre in misura maggiore, da Nerviano e dal suo Centro Ricerche. Il 14 aprile è arrivato, infatti, l’ennesimo riconoscimento internazionale per il Nerviano Medical Sciences e per la sua ricercatrice Elena Ardini, autrice principale di una pubblicazione scientifica relativa ad ‘Entrectinib’, il rivoluzionario farmaco antitumorale, nato nei laboratori nervianesi.

Il premio

A premiare la responsabile del progetto ‘Entrectinib’, è stata l’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro (AACR), nel corso dell’AACR Annual Meeting 2018 di Chicago, dove Ardini ha rappresentato l’intera squadra di biologi, chimici e ricercatori che negli anni hanno lavorato allo sviluppo del farmaco. “I dati che abbiamo pubblicato” – ha commentato la ricercatrice – “sono stati i più citati in assoluto tra tutti quelli pubblicati dalla rivista (The Best of the AACR Journals, ndr) durante l’anno. È emozionante la consapevolezza di quanto sia importante questo premio per il riconoscimento del nostro lavoro e del nostro valore come Centro di Ricerca.”

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Un medicinale contro diverse tipologie di tumore

‘Entrectinib’ è un farmaco, somministrato per via orale, che potrebbe contrastare diverse forme di cancro. È stato progettato e sviluppato nel Centro Ricerche del NMS, con la collaborazione di altre due eccellenze italiane, il Niguarda Cancer Center e l’Istituto Nazionale dei Tumori, dove nell’ottobre 2012 sono partite le prime sperimentazioni. Come sottolineato in uno studio pubblicato nel 2017 sulla rivista scientifica ‘Cancer Discovery’, ‘Entrectinib’ “svolge un’azione mirata contro una serie di bersagli molecolari – i geni NTRK1/2/3, ROS 1 e ALK – che vengono attivati in vari tumori che presentano le alterazioni “bersaglio” del farmaco, e che comprendono sottopopolazioni del tumore del polmone non a piccole cellule, il tumore del colon retto, il carcinoma delle ghiandole salivari, il melanoma e il carcinoma renale”. Lo studio ha evidenziato inoltre come i primi test clinici abbiano dato esiti positivi: dei 25 casi che mostravano le caratteristiche idonee per la terapia a base di ‘Entrectinib’, il 79% ha risposto al trattamento, evidenziando un ottimo profilo di tollerabilità. Nei prossimi mesi, verranno svolte nuove e decisive sperimentazioni, con la speranza di ottenere altrettante conferme sull’efficacia del farmaco.

NMS, il rischio default e la cessione al fondo cinese

Lo sviluppo del farmaco made in Italy non si è mai fermato, benché il Centro Ricerche nervianese, il più grande in Italia per la ricerca oncologica, sia stato più volte vicino, negli ultimi anni, al crac finanziario. Nel 2011 Roberto Formigoni, all’epoca governatore della Lombardia, acquisì il NMS dalla Curia Generalizia dei Figli dell’Immacolata Concezione, al costo simbolico di un euro, nel tentativo di salvare il Centro dal fallimento: un salvataggio che tra il 2011 e il 2017 è costato a Palazzo Lombardia oltre 175 milioni di euro tra finanziamenti, prestiti e ricapitalizzazioni della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, che controllava il 100% di NMS Group S.r.l. Numeri, che lo scorso 27 dicembre, hanno costretto la Regione a vendere il 90% delle quote del NMS ai cinesi dell’Hefei Sari V-Capital Management Co., fondo di investimento con base a Shanghai, per circa 300 milioni di euro, debiti compresi (180 milioni di euro). Il posto del 420 lavoratori e i progetti di ricerca del Centro per ora sono salvi. Ma è indubbio che progetti come ‘Entrectinib’, premiato già nel 2017 dall’americana Food and Drug Administration (FDA) e dalla European Medicine Agency (EMA), meritassero ben altra gestione.