La ‘Carovana antimafia’ sbarca a Bareggio, nel Milanese, una delle città più infiltrate dalla ‘ndrangheta. Qui vive da sempre la famiglia Musitano e, di recente, è tornato a casa il boss Francesco ‘Ciccio’ Valle, che sconta una pena di 21 anni agli arresti domiciliari per motivi di salute. Ospiti d’eccezione al convegno di venerdì 6 ottobre, tra cui Alessandra Dolci, Sostituto procuratore della ‘Direzione distrettuale antimafia’ di Milano
2 OTTOBRE 2017
BAREGGIO (MILANO) – “Dopo le grandi inchieste del 2010 i patriarchi della ‘ndrangheta hanno scontato le loro pene, personaggi vecchi e nuovi tornano in zona, quali sono le soluzioni che la nostra società può mettere in campo?” E’ questo il tema del convegno che la ‘Carovana antimafia ovest Milano’ ha organizzato per venerdì 6 ottobre a Bareggio. Appuntamento alle 21 al ‘Centro polifunzionale Martin Luther King’ di viale Morandi angolo Via Gallina. Ospiti illustri, tra cui Alessandra Dolci, Sostituto procuratore della ‘Direzione distrettuale antimafia’ di Milano (Clicca qui per scaricare la locandina dell’evento)
Bareggio, la città ‘infiltrata’
Non è inusuale trovare il nome di Bareggio, quando si parla di ‘ndrangheta, un po’ ovunque: dalle carte giudiziarie agli articoli di giornale, fino all’enciclopedia on line ‘Wikipedia’, che descrive la cittadina dell’hinterland, un tempo nota per il essere ‘il paese delle ciliegie’, come il regno di una famiglia mafiosa: “I Musitano sono una ‘ndrina della ‘ndrangheta originaria di Platì. Secondo gli inquirenti sarebbero vicini ai Mammoliti di Platì e sarebbero insediati nel Nord Italia: a Buccinasco e a Bareggio, (in provincia di Milano), mentre in Canada nella città di Hamilton, in Ontario, vicino a Toronto”. In tempi recenti, ottobre 2012, furono i magistrati della ‘Direzione distrettuale antimafia’ a definire i Musitano “famiglia mafiosa dominante in Bareggio e nei comuni limitrofi”. Erano i tempi dell’inchiesta ‘Grillo parlante’ sul voto di scambio politico-mafioso in Lombardia, che porterà alla condanna di primo grado, fra gli altri, del boss Eugenio Costantino e dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti. Ma porterà pure, come effetto collaterale, allo scioglimento per mafia di Sedriano, primo comune in Lombardia. Bareggio e i Musitano, un lungo sodalizio che riempie le cronache giudiziarie, come nell’aprile 2016, quando un esponente della famiglia Musitano (assieme ad altre 6 persone) viene condannato per traffico di droga.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
I boss tornano a casa
C’è preoccupazione in tutto l’Altomilanese. A Bareggio, perché di recente è tornato a casa il boss Francesco ‘Ciccio’ Valle: finirà di scontare agli arresti domiciliari una pena di 21 anni. A Legnano, perché il boss Vincenzo Rispoli ha pagato il suo debito con la giustizia ed è tornato un uomo libero. E a Buccinasco, dove è uscito dal carcere il boss Rocco Papalia, accolto con deferenza dai suoi vecchi amici. Coloro che scandirono il ritmo criminale in provincia di Milano si ritrovano così, a distanza di molti anni, ad abitare a poche decine di chilometri l’uno dell’altro. E c’è chi pensa che non faranno i pensionati di lusso, tra un giro ai giardinetti e un orto da coltivare.
Il silenzio
Eppure a Bareggio è quasi vietato, da destra a sinistra passando per la Lega Nord, pronunciare la parola ‘mafia’. Non se ne parla nei programmi elettorali (se non con generici proclami sulla legalità), non se ne parla nelle scuole e non se ne parla dentro le istituzioni. Anche per questo il convegno di venerdì 6 ottobre (clicca qui per scaricare la locandina dell’evento) è importante, perché rappresenta un segnale, un grido d’allarme. Che può (e deve) svegliare le coscienze.