La piccola frazione di Olcella, comune di Busto Garolfo, nel Milanese, diventa un caso regionale. I suoi 1.000 abitanti, dopo la chiusura della farmacia, protestano a oltranza e annunciano: “Bloccheremo tutte le strade”
25 OTTOBRE 2017
OLCELLA (BUSTO GAROLFO, MILANO) – Olcella non si dà per vinta. La protesta degli abitanti della piccola frazione di Busto Garolfo (nel Milanese) contro la chiusura del dispensario farmaceutico raggiunge vertici mai visti prima. Nel corso dell’ultima assemblea pubblica, tenuta lo scorso venerdì 13 ottobre in una sala dell’oratorio, i cittadini hanno infatti manifestato la ferma volontà di voler “chiudere le frontiere”, nel caso in cui le istituzioni non dovessero permettere la riapertura della farmacia.
La protesta
“Siccome di Olcella non frega niente a nessuno – annuncia Marcello Manno, sindacalista e promotore della protesta – noi bloccheremo tutte le strade d’ingresso, così nessuno potrà più passare. Quando si accorgeranno della nostra importanza, capiranno di aver fatto un grosso errore. Noi vogliamo la farmacia e l’avremo, costi quel che costi!” Una vera e propria rivolta popolare, dunque, quella che sta venendo alla luce grazie all’intervento di numerosi cittadini, forti del medesimo obiettivo comune. La chiusura del dispensario è stata infatti un duro colpo, soprattutto per le persone più anziane, che non hanno la possibilità di recarsi a Busto Garolfo o nei paesi vicini per reperire farmaci e prodotti da banco. All’incontro era presente anche il vicesindaco di Busto Garolfo, Ilaria Cova. Ma è proprio contro il Comune che la popolazione di Olcella muove l’accusa più grave: “Se sapevate tutto fin dall’inizio – affermano in molti – perché avete aspettato tanto a muovervi? Perché noi non siamo stati informati su nulla? Se l’avessimo saputo prima, ci saremmo mobilitati per tempo e ora non saremmo in questa situazione. Ma davvero nessuno ha pensato che Olcella potesse rimanere senza farmacia? È una vergogna”. Parole dure insomma, quelle indirizzate alle istituzioni, dalle quali ora molti si sentono abbandonati.
La petizione diretta a Regione Lombardia
I promotori della protesta lanciano anche un ultimatum a Regione Lombardia, nella speranza che il loro caso venga valutato il prima possibile. “Abbiamo iniziato una campagna di raccolta firme – chiosa Manno – Attualmente siamo a quota 580, ma contiamo di raccoglierne ancora molte. Le prime firme sono già state spedite a Roberto Maroni in persona e attendiamo una risposta entro dieci giorni. Se non dovessimo riceverla entro quella data – continua – procederemo all’occupazione pacifica della rotonda del cimitero e delle strade provenienti da Arconate e Dairago. Non siamo disposti a sederci intorno a un tavolo per trattare, noi vogliamo la farmacia e non ci fermeremo finché non l’avremo ottenuta”.
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Le promesse del Comune
Nel frattempo il Comune bustese promette di “fare tutto il possibile per arrivare a una soluzione pacifica”. Per tamponare la situazione, inoltre, il titolare dell’ex farmacia ed ex primo cittadino di Busto Garolfo, Angelo Pirazzini, si è offerto di organizzare tramite una ditta esterna un servizio di consegna a domicilio dei farmaci. L’idea non è stata però accolta con molto entusiasmo dalla popolazione, composta per la maggioranza da persone anziane che non vogliono rinunciare al sacrosanto diritto alla privacy. Si tratta dunque di una situazione molto complessa, dall’esito per nulla scontato. Per ora, comunque, è tutto rimandato a venerdì 27 ottobre, data in cui si terrà la prossima assemblea pubblica, nella quale verranno annunciate le decisioni prese dal gruppo di manifestanti. La palla passa quindi alla Regione.