Francesco Pianura va in pensione dopo 10 anni di servizio a Ossona, nel Milanese: “Ho dato l’anima per questo lavoro”. Nel 2019 fu lui a risolvere il caso del ‘pirata della strada’.

17 GENNAIO 2021

di Francesco Bagini

OSSONA (MILANO) – Nel 2021 il Comune di Ossona, nel Milanese, non potrà più contare sul comandante della Polizia locale Francesco Pianura. Nato nel 1958 a Bosco Reale, un comune in provincia di Napoli, era in paese dal febbraio 2010. Pianura è diventato un ‘ex comandante’ lo scorso 4 gennaio, giorno in cui è andato in pensione grazie al provvedimento ‘quota 100’.

Comandante, cos’ha significato per lei fare l’agente di Polizia locale?

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“Ho dato l’anima nella mia professione. Questo è un lavoro che stressa il fisico e la mente. Una volta, preso dall’impegno, ho persino dimenticato i figli a scuola. Nonostante ciò, ho sempre amato questa professione e chi ha la fortuna di fare un mestiere che ama, in fondo, non lavora mai”.

Come è giunto sino a Ossona?

“Sono ‘salito’ al Nord nel 1981. Il mio primo incarico fu a Senago. In quel comando, nel corso degli anni, sono passato dal ruolo di agente a quello di ufficiale. Avevamo un ampio organico, spesso impegnato nella lotta ai capannoni dell’immigrazione clandestina. Nel 2007 passai a Boffalora in qualità di comandante e nel 2010 sono arrivato a Ossona”.

Ossona. Il comandante Francesco Pianura

Che rapporto ha avuto con gli ossonesi?

“Il mio mestiere non ti rende ‘simpatico’ a tutti. Il 90% di chi mi ha conosciuto lo ha fatto in seguito a una contravvenzione. Come riconoscere un vero amico? Sono quelli che sanno il lavoro che svolgo, ma non mi chiedono ‘favori'”.

Quale missione ricorda con piacere?

“Accadde il 19 dicembre 2019. Di buon mattino un giovane di colore in sella a una bicicletta fu investito da un furgone, nella periferia ossonese. Il ‘pirata della strada’ non si fermò. Mi buttai a capofitto nelle indagini. Partendo da un pezzo del paraurti rimasto sull’asfalto, nel giro di 4 giorni riuscimmo a risalire al veicolo investitore e al proprietario. Ora è in attesa di processo, rischia fino a 10 anni di galera. Il ciclista, invece, sopravvisse, ma le sue condizioni a tutt’oggi sono quelle di un vegetale”.

Dal punto di vista della viabilità quali misure ha intrapreso?

“Mi ‘picco’ di essermi speso per la realizzazione della rotatoria di Asmonte. Grazie a quell’opera il tratto è diventato oggi meno pericoloso”.

Cosa farà adesso, oltre a riposarsi?

“Magari in futuro tornerò nell’ambiente, come formatore o consulente”.