Parla il primo testimone della Procura al processo contro Mario Mantovani e altri dodici imputati. Si chiama Alberto Brera, è un costruttore e ammette le ‘mazzette’ ai funzionari del Provveditorato Opere Pubbliche della Lombardia: “Pagavo per ogni cosa: soldi, vacanze, prostitute, hotel e puntate al casinò”
4 MARZO 2017
MILANO – “Per poter ottenere i lavori dal Provveditorato Opere Pubbliche dovevo pagare. Ogni funzionario pubblico, dal semplice geometra al dirigente, prendeva una percentuale. Questo era tutto quello che serviva per portare a termine gli appalti”. A parlare è il costruttore Alberto Brera, il primo testimone chiamato dalla Procura di Milano al processo contro l’ex vicepresidente lombardo Mario Mantovani, l’assessore regionale Massimo Garavaglia e altri dodici imputati.
“Un sistema perverso”
Brera, imprenditore di Pavia, racconta quello che definisce “un sistema perverso”, che a detta sua era ciò che normalmente succedeva al Provveditorato Opere Pubbliche della Lombardia, quando Angelo Bianchi (l’ex dirigente ‘protetto’ dalla politica, che ha patteggiato una pena a tre anni di carcere) era il dirigente con funzione di responsabile unico per tutti gli appalti dell’edilizia scolastica della Regione. Emerge, dalla testimonianza che Brera ha reso in aula rispondendo alle domande del Pubblico ministero Giovanni Polizzi mercoledì 22 febbraio, un circolo vizioso di tangenti pagate ai funzionari pubblici. Non solo denaro contante, ma anche favori e benefit di varia natura: viaggi in Costa Azzurra, cure dentali gratuite, notti con escort in hotel di provincia e persino l’installazione di tapparelle elettriche. Se Bianchi ha già concluso il suo iter giudiziario, le parole del costruttore pavese inguaiano l’ex provveditore Francesco Errichiello, pure lui imputato, perché secondo l’accusa le tangenti sarebbero state pagate per anni, dal 1997 in poi. Brera racconta ogni cosa minuziosamente, dal giro delle ‘mazzette’ per truccare gli appalti agli affidamenti diretti e ai sistemi, non sempre ortodossi, per completare i cantieri che non sempre disponevano di tutte le autorizzazioni.
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“Tutti prendevano mazzette”
“Mi è capitato soltanto in due occasioni – aggiunge Brera – di non dover pagare nella sede del Provveditorato. Al funzionario bisognava dare una percentuale del 4-5%, tutta rigorosamente in denaro contante”. L’imprenditore pavese è un fiume in piena: fa nomi, cognomi, ricorda date e cifre: “Non ho pagato solo Bianchi ed Errichiello, ma anche i geometra che ti facevano vincere le gare e il responsabile del procedimento, cui andava una quota”. Le ‘mazzette’, come detto, erano consegnate di persona e in contanti oppure corrisposte in altri modi. “L’ingegner Bianchi – è sempre Brera a parlare – ha ricevuto anche cure mediche gratuite da parte della mia ex compagna. Cure dentarie per lui e sua moglie, e apparecchi per i figli. Bianchi non ha mai pagato nulla. Nella sua abitazione di Melegnano la mia ditta ha anche svolto dei lavori. Ha cambiato tutte le porte di casa sua, un lavoro da 17.000 euro interamente pagato da me. Errichiello invece, mi chiese espressamente di installare nella sua villa delle tapparelle a sistema elettronico, per 24 finestre. Un lavoro che ho pagato io, un lavoro da 24.000 euro”.
Le notti con le escort
E poi ci sono gli sfizi. “Mi capitava anche di organizzare per Bianchi cene o incontri con donne – racconta ancora Brera – all’Hotel Moderno di Pavia. Ad esempio, è successo che l’ingegnere ha avuto incontri con escort, in alcuni casi Bianchi aveva delle richieste particolari. Io pagavo tutto”. Denaro, sesso, cure mediche e lavori in casa, ma anche viaggi a Monte Carlo. “Mi sono sentito completamente sfruttato da Bianchi.
Viaggi in Costa Azzurra, casinò e conti correnti
“Io avevo un appartamento in Costa Azzurra e mi è capitato di invitare in vacanza Bianchi, e una volta anche l’ex provveditore Errichiello. Io pagavo l’albergo in cui alloggiavano e andavamo anche a giocare al casinò, ed io pagavo per loro”. Brera ospitava dunque i funzionari pubblici a sue spese all’Hotel De Parìs, all’Hotel Hermitage e all’Hotel Fairmont, viaggi di lusso da 4.000 euro l’uno. Non è tutto: “Le giocate che facevo al casinò – rivela Brera – servivano anche per ‘cambiare’ i soldi e poter ottenere denaro contante per pagare le tangenti in Italia. ‘Cambiavo’ i soldi lì, perché le banche erano restie a consegnarteli, rispetto a quelle dei casinò. In totale, dalla banca del casinò ho prelevato sui 700-800.000 euro, tutti finiti in tangenti”. Durante l’udienza si è appreso inoltre che l’ex dirigente Bianchi aveva un conto corrente a Monte Carlo, che chiuse dopo aver prelevato 128.000 euro. Per avvalorare le rivelazioni di Brera il Pm Polizzi chiamerà settimana prossima in aula altri cinque testimoni, tutti coinvolti o a conoscenza del sistema tangentizio del Provveditorato Opere Pubbliche della Lombardia.