A Turbigo, nel Milanese, si aprono i primi squarci di verità su una vicenda raccontata in esclusiva da Libera Stampa l’Altomilanese: il fallimento della società di un assessore e 1 milione di euro mai restituito, nonostante 4 sentenze. Oggi l’epilogo: i responsabili pagano 105.000 euro
24 AGOSTO 2017
TURBIGO (MILANO) – Sul fallimento della società ‘Ugo Srl’ (vicenda raccontata in esclusiva da Libera Stampa l’Altomilanese) si aprono i primi squarci di verità dopo le sentenze di condanna sulla compravendita dell’edificio di Piazzetta Cinque Vie. Sentenze che nel 2016 imposero alla società di Marzia Artusi, assessore a Turbigo, nel Milanese, di restituire 1,1 milioni di euro, somma illegittimamente trattenuta come caparra. Quella restituzione, però, non avvenne mai, finché i creditori, la società ‘La Vignola Srl’, non decisero di chiedere il fallimento della ‘Ugo Srl’, nel tentativo di recuperare almeno una minima parte dei soldi.
Il curatore fallimentare
Lavoro per il curatore fallimentare, Ermanno Werthhammer. Il quale, dopo le verifiche di rito, ha proposto al giudice civile del tribunale di Busto Arsizio, Sabrina Passafiume, di accogliere il rendiconto finale sul fallimento della ‘Ugo Srl’, che contiene le poche somme recuperate: 105.000 euro in totale, costituiti da due transazioni effettuate dai soci che hanno avuto parte attiva nella vicenda: 80.000 euro dagli eredi di Roberto Leoni e 25.000 euro dall’assessore Artusi. E qui si chiude il primo tempo di una complicata partita: il tribunale civile può dichiarare concluso il proprio lavoro.
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Il fronte penale
Tuttavia un altro fronte rimane aperto: quello penale, sempre in Procura a Busto Arsizio, che vede ‘La Vignola Srl’ accusare di truffa e appropriazione indebita alcuni dei protagonisti della compravendita dell’edificio di Piazzetta Cinque Vie, i quali si dichiarano innocenti. Di sicuro 105.000 euro (che diventano 95.000 tolte le spese legali, i bolli e altre adempienze burocratiche) segnano almeno una vittoria morale per imprenditori seri, gente perbene beffata dalla società di Artusi e Leoni.
Quel milione sparito
Sì, perché ‘La Vignola Srl’, dopo aver pagato 1,1 milioni di euro come caparra per l’acquisto dell’immobile turbighese, si è sentita dire da ‘Ugo Srl’, in estrema sintesi, due cose. La prima: il compromesso è decaduto per mancato rispetto dei tempi di presentazione del progetto. La seconda: quel milione di euro versato non verrà restituito. E quando 4 sentenze condannarono ‘Ugo Srl’ a ridare soldi non suoi, trattenuti illegittimamente, quel denaro non c’era più, era sparito. E l’edificio? Nel frattempo era stato venduto, a prezzi di saldo, a Trc Immobiliare Spa, società del noto imprenditore di Robecchetto con Induno, Gianluigi Candiani. Ma questa è un’altra storia, da raccontare a parte. Il punto è sempre e solo uno: com’è stato speso il denaro incassato come caparra da ‘Ugo Srl’? Che fine ha fatto? Per cosa è stato utilizzato? Stiamo parlando di 1,1 milioni di euro, che non sono noccioline. E che i soci de ‘La Vignola Srl’ non rivedranno più.
Chiarezza o dimissioni
La verità, però, deve essere raccontata, soprattutto se coinvolto in questa storia c’è un pubblico amministratore, un assessore che siede nel palazzo comunale e che decide come vengono spesi i soldi dei cittadini. Un assessore che, di tutta questa vicenda, non ha mai informato la popolazione. Un assessore che adesso deve chiarire. Oppure deve dimettersi.