La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il politico-imprenditore di Fratelli d’Italia, Mario Mantovani. Secondo i magistrati, Mantovani si sarebbe appropriato di 1,3 milioni di euro attraverso un sofisticato meccanismo di affitti fittizi tra le Onlus a lui riconducibili e la società Spem Srl, da lui controllata per il tramite di due fiduciarie. Il suo avvocato: “Accuse fantasiose”

3 FEBBRAIO 2020

di Redazione

MILANO – La Procura di Milano ha chiesto un nuovo processo per Mario Mantovani, politico-imprenditore ex berlusconiano (già condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio) poi passato a Fratelli d’Italia. L’ex sottosegretario alle Infrastrutture ed vicepresidente di Regione Lombardia è accusato di essersi appropriato di una cifra superiore a 1,3 milioni di euro (questo il calcolo dell’Agenzia delle entrate dopo il lavoro degli inquirenti), che sarebbe stata illecitamente sottratta dalle casse delle Onlus e delle cooperative fondate dallo stesso Mantovani e a lui sempre riconducibili, per finire nelle casse di Spem Srl: una società controllata da Mantovani per il tramite di 2 fiduciarie. Per il Pubblico ministero Giovanni Polizzi, titolare dall’inchiesta, Mantovani avrebbe sottratto il denaro attraverso un meccanismo di affitti, ritenuti fittizi dalla Procura, di un appartamento a Milano e di Villa Clerici di Rovellasca a Cuggiono, nell’hinterland. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, oltre che per Mantovani, anche per sua moglie Marinella Restelli e per altre 7 persone.

Le nuove accuse

L’8 marzo2019 il Gup Roberto Arnaldi aveva deciso di rimandare indietro, alla fase della chiusura indagini, il procedimento sugli affitti fittizi e i soldi drenati, perché le imputazioni sarebbero state “indeterminate” e “generiche”, invitando così il Pm a formularle con precisione. E nella nuova richiesta di rinvio a giudizio tali accuse sono state in effetti riformulate: vengono contestati a vario titolo i reati di appropriazione indebita, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e, infine, autoriciclaggio, perché secondo l’accusa il denaro sottratto sarebbero poi stato reinvestito dalla società Spem Srl. Per l’avvocato di Mantovani, Roberto Lassini, si tratta “di una ricostruzione non fantasiosa, ma di più”. Questo è stato il suo commento rilasciato a Ilfattoquotidiano.it. La Procura ritiene invece di avere in mano prove documentali e riscontri sui presunti finti affitti. Il Gup deciderà nelle prossime settimane se Mantovani dovrà essere prosciolto o se dovrà affrontare un nuovo processo.

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