Se la famiglia Mantovani vuole portare via dal paese la squadra di calcio, nessuno glielo può impedire. Ma il nome Gs Arconatese appartiene ai soci fondatori: in esclusiva il documento originale che lo dimostra. Si apre un nuovo caso
3 AGOSTO 2020
ARCONATE (MILANO) – Non smette di far discutere il ‘caso Gs Arconatese’, la storica società di calcio che, negli ultimi anni, è stata gestita dalla famiglia dell’ex senatore Mario Mantovani, che ne è il presidente onorario, mentre suo figlio Vittorio ne è il direttore generale e suo cognato Maurizio Restelli ne è il vicepresidente.
L’addio al paese
Di recente il presidente del Gsa, Alfonso Sannino, ha annunciato che la società andrà via da Arconate. Una decisione che ha lasciato esterrefatti, perché lo stesso Sannino aveva discusso con l’amministrazione comunale di Sergio Calloni le condizioni della permanenza, giungendo pure a un accordo di massima.
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Ordini dall’alto?
Poi all’improvviso Sannino ha cambiato idea, poco prima di firmare la convenzione con il Comune: un anno di permanenza in proroga e un contributo pubblico (ovviamente minore rispetto al passato). Condizioni vantaggiose, che difficilmente il Gsa troverà altrove. Aspettiamo di leggere le condizioni di Bienate, dove si trasferirà il settore giovanile. Qualcuno ipotizza che Sannino sia stato in qualche modo ‘indirizzato’ a non firmare per via di un ordine impartito dall’alto.
Il giallo del nome
Rimane comunque il giallo del nome della società. Di recente, con un comunicato stampa pieno di astio, il direttore generale Vittorio Mantovani ha dichiarato: “Il nome resterà, assolutamente sì”. E ci si chiede come possa affermare una cosa del genere, dal momento che che il nome Gs Arconatese non appartiene alla famiglia Mantovani, ma ai soci fondatori.
I soci fondatori
A renderlo noto è proprio uno di questi soci fondatori, Daniele Monolo, il quale ha scritto a Libera Stampa l’Altomilanese per un’importante precisazione: “Alcuni cittadini, tra cui il sottoscritto, il giorno 24 gennaio 1997 hanno costituito e registrato l’attuale società Gs Arconatese presso il notaio Barbagallo in Busto Arsizio, dietro versamento pro capite di una quota di lire 50.000, divenendone a tutti gli effetti soci fondatori e proprietari”.
Spunta un documento
Monolo inoltre – che del Gsa è stato fondatore, tesoriere, direttore sportivo e vicepresidente – aggiunge: “Allo stato attuale, da un primo parere legale, fatta eccezione per i deceduti e i dimissionari, i soci fondatori detengono le relative quote e di fatto l’intera proprietà. Ora, che nel corso degli anni i Mantovani ne abbiano gestito l’attività è un’altra storia”. In sintesi, l’atto costitutivo del Gsa, depositato presso il municipio di Arconate, è l’unico che fa fede.
Il Comune in campo
Anche l’amministrazione comunale di Arconate è stata informata da Monolo. Il sindaco Sergio Calloni e il consigliere delegato allo Sport Silvia Fontana stanno studiando le carte di quello che appare come un vero e proprio giallo. L’auspicio di tutti, naturalmente, è che il nome Gsa resti ad Arconate, nel paese in cui questa società è nata e cresciuta. I capricci politici di qualcuno non possono cambiare la storia.