Gli americani atterrano a Malpensa e si dirigono all’inceneritore Accam, con un’idea: rinviare la chiusura, privatizzarlo e trasformarlo in una centrale a biogas, per ottenere energia dai rifiuti e alimentare il teleriscaldamento. Orizzonte molto lungo: dai 25 ai 30 anni. La palla passa ai sindaci
5 NOVEMBRE 2016
BUSTO ARSIZIO (VARESE) – Mentre i sindaci discutono sulla chiusura dell’inceneritore Accam – qualcuno la vuole nel 2021 e altri vogliono invece confermarla alla fine del 2017 – una notizia clamorosa rischia di rimescolare ancora una volta le carte di questa intricata partita. E’ infatti atterrata nella mattina di mercoledì 26 ottobre a Malpensa una delegazione di una grande azienda americana, la APP: i rappresentanti della multinazionale hanno compiuto un sopralluogo all’interno dell’impianto di Busto Arsizio e, successivamente, hanno incontrato i componenti del consiglio di amministrazione di Accam.
La nuova ipotesi
“Prima di decidere se chiudere subito l’inceneritore – questo in sostanza hanno detto gli uomini della ‘Spartacus Project’, una società di consulenza che rappresenta APP in Italia – almeno ascoltate quello che abbiamo da dirvi”. I manager statunitensi hanno quindi illustrato le loro intenzioni. Sul tavolo hanno messo un progetto, che però è ancora uno studio di fattibilità, con un orizzonte molto lungo, da 25 a 30 anni: APP intende costruire un grande impianto per il trattamento dell’umido, dal quale ottenere biogas, e trasformare, modernizzandolo, l’attuale inceneritore in un impianto di ultima generazione per trattare la frazione secca dei rifiuti ottenendone energia, che sarà poi utilizzata per usi civili con il metodo del teleriscaldamento.
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I dubbi
L’idea al momento appare oggettivamente di non facile realizzazione. Innanzitutto, il bacino di utenza previsto dal progetto degli americani è molto più grande di quello attuale, essendo studiato per una popolazione di circa un milione di abitanti. In secondo luogo, presuppone che Accam diventi, da società pubblica consortile, com’è oggi, un soggetto privato. Ma APP, una grande azienda di Chicago creata e gestita da un gruppo di grandi imprenditori dell’Illinois, non intende fare marcia indietro: i suoi esperti hanno studiato a lungo il caso Accam prima di farsi avanti e potrebbero farsi carico non solo della realizzazione dei due nuovi impianti (la centrale a biogas e la nuova linea di incenerimento di ultima generazione) ma anche, con il sistema del ‘project financing’, di parte dei debiti del Consorzio.
I vantaggi
Il vantaggio per i cittadini, secondo i manager statunitensi, sarebbe quello di avere un impianto moderno e un rilevante calo del prezzo dell’energia, attraverso il teleriscaldamento. Ora la palla passa all’assemblea dei soci del Consorzio. Se i comuni decideranno di chiudere tutto entro la data inizialmente prevista, ovvero il dicembre del 2017, gli americani dovranno fare le valige e tornarsene oltreoceano. Se invece passerà la proposta avanzata da Busto Arsizio e Gallarate di rimandare lo stop al 2021, allora si aprirà tutta un’altra partita. E i rappresentanti di APP potranno sedersi a giocarla.