Non manca il coraggio a Giuseppe Pignatiello, sindaco di Castano Primo (Milano) dal maggio 2014. Agli islamici che chiedono un luogo di culto, anzi una vera e propria moschea, il primo cittadino Pd risponde senza tentennamenti: “Se volessero edificarla, nel rispetto delle regole e senza che si creino problemi di sicurezza, non ho il diritto di dire di no”
17 MAGGIO 2017
di Sara Riboldi e Pinuccio Castoldi
CASTANO PRIMO (MILANO) – Edificare una moschea nell’Altomilanese? L’idea non è nuova, anche se non si è mai concretizzata: vuoi per mancanza di fondi della comunità islamica vuoi per il ‘no’ dei sindaci mascherato dietro le regole urbanistiche. Ma ora il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello (Pd), sembra intenzionato a rompere un tabù: “In generale penso che ognuno abbia il diritto di agire secondo le leggi. Se si volesse costruire una moschea vera e propria, nel rispetto delle regole e senza che si creino problemi di sicurezza, non avrei il diritto di dire di no”.
La comunità islamica
Il presidente della consulta intercultura, Katiuscia Gambacorta, apprezza. E rilancia: “Se i musulmani sono sempre più numerosi sul territorio, è giusto che abbiano luoghi di riunione e di culto. Anche questo favorisce l’integrazione”. A Castano Primo, da anni, è presente l’associazione pakistana Madni. Nella loro sede associativa, dove si svolgono attività socio-culturali, c’è anche una sala dedicata alle preghiera. Non è tuttavia un edificio di culto, che riveste in modo esclusivo questa funzione. Ma se volessero farlo diventare tale, troverebbero la strada spianata in Comune, sempre nel già ribadito rispetto di regole e sicurezza.
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Il parere della popolazione
Ma le persone cosa ne pensano? “Vicino a casa mia non la vorrei, non perché sia razzista, ma perché poi sarebbe difficile da controllare”, commenta un cittadino. Che aggiunge: “Se invece fosse distante, sarei favorevole”. Non mancano i contrari: “Credo che ogni essere abbia un cuore e un cervello al di là della città in cui è nato, ma una moschea in un paese come Castano credo peggiorerebbe la nostra quiete”.
Il permesso di costruire
Il centro Madni, per la verità, non sembra non creare difficoltà ai residenti. La sua presenza è discreta. Al momento i membri dell’associazione vorrebbero più che altro far conoscere la loro cultura. In ogni caso, il presidente Mohamed Shahbaz mette le mani avanti sul futuro: “Noi rifiutiamo l’abusivismo e abbiamo sempre voluto fare le cose in regola; per questo abbiamo presentato al Comune un progetto di ristrutturazione. Ora che è stato approvato abbiamo già pagato 15.000 euro per il permesso di costruire”. Riguardo alle attività che si svolgono in questo centro, chiarisce il segretario Hafiz Dildar, non c’è “niente da nascondere”. Anzi, aggiunge: “Abbiamo più volte invitato i cittadini interessati e le forze politiche a venirci a trovare. Recentemente, siamo stati contattati da funzionari della Questura che vorrebbero giustamente capire meglio quello che facciamo. L’incontro si terrà a breve e siamo sicuri che servirà a fare ulteriore chiarezza”.