Al centro del contenzioso tra il Comune di Arluno, nel Milanese, e una cordata di costruttori c’è un’area di Rogorotto: avrebbero dovuto costruire case. All’Ente spettano 2 milioni e 100.000 euro.
21 FEBBRAIO 2021
ARLUNO (MILANO) – Si allunga di un altro capitolo giudiziario la diatriba tra il Comune di Arluno, nel Milanese, e l’Immobiliare Santa Caterina di Parabiago. L’Ente arlunese rischia così di non incassare in tempi brevi oltre 2 milioni di euro, già conteggiati nell’avanzo di bilancio approvato nel 2020.
Appartamenti in cambio di servizi
Al centro della questione urbanistica c’è un’area verde, situata nei pressi di via don Giovanni Bosco, a Rogorotto (nella foto di copertina). Infatti, secondo la convenzione, stipulata più di 10 anni fa, una cordata di imprenditori avrebbe dovuto costruire lì degli appartamenti e la giunta riscuotere poi ingenti somme di denaro per finanziare vari interventi definiti ‘primari’, tra cui: utenze, sottoservizi e strade.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
Il nulla di fatto e le fideiussioni
Il sindaco Moreno Agolli racconta ai microfoni di ‘Libera Stampa l’Altomilanese‘ gli sviluppi della vicenda: “I costruttori in oltre un decennio non sono riusciti a realizzare l’opera, ma sono obbligati, in base alla convenzione sottoscritta, a pagarci i lavori di pubblica utilità previsti. Abbiamo fatto delle sollecitazioni, invano. Il Comune quindi ha deciso, seguendo la legge, di incamerare i soldi delle fideiussoni. Da qui nasce il contenzioso“.
Fino a Roma
Alcuni imprenditori si sono opposti a questa mossa dell’amministrazione, facendo ricorso. Agolli ha però tenuto il punto: “Siamo andati sino al Consiglio di Stato a Roma“, spiega il primo cittadino. “Nei gradi di giudizio precedenti abbiamo sempre avuto ragione. Ora manca solo la sentenza definitiva. In tutto questo procedimento si sono ‘persi’ già circa 30.000 euro di risorse pubbliche“.
Oltre 2 milioni sospesi
Intanto è emersa un’altra complicazione, che blocca ogni operazione: “Dei costruttori hanno stabilito di aprire una nuova causa, appellandosi alla competenza territoriale del tribunale. In poche parole stanno cercando di resistere allungando i tempi. I terreni infatti sono molto vasti e si parla di 2 milioni e 100.000 euro che spettano al Comune. La giunta li aveva inseriti nell’avanzo di bilancio, da più di 7 milioni complessivi, e vincolati per effettuare proprio quegli interventi ‘primari’ che spettavano ai soci della cordata“.