Ennesimo episodio che fa riflettere su come la chiesa cattolica tratta gli scandali in casa propria: nessun provvedimento verso il sacerdote che, settimana scorsa, fu denunciato dai carabinieri per essersi masturbati in pubblico, alla presenza di minorenni. Il religioso, indagato a piede libero, continua tranquillamente a vestire l’abito talare
5 AGOSTO 2016
CONCOREZZO (MONZA E BRIANZA) – Era sta sorpreso, circa una settimana fa, a masturbarsi in piscina nel parco acquatico di Concorezzo, in provincia di Monza, alla presenza di numerosi ragazzi, alcuni minorenni. L’uomo era entrato nella piscina pubblica pagando un regolare biglietto e poi, con assoluta nonchalance, aveva cominciato a praticare autoerotismo, senza curarsi troppo della presenza di adulti e bambini. Era stato denunciato a piede libero per atti osceni in luogo pubblico. I carabinieri, intervenuti subito dopo le segnalazioni dei bagnanti, avevano con stupore appreso che l’autore del poco edificante gesto era un sacerdote di 70 anni residente a Milano. E la notizia, nel giro di qualche ora, era rimbalzata prima sui social network e poi sui giornali on line.
Il silenzio della Curia
Una simile notizia era giunta prestissimo anche in Curia a Milano, dove tuttavia nessun provvedimento ufficiale è stato preso nei confronti del sacerdote, che oggi continua a vestire l’abito talare. Sorprende non poco l’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche, che sembrano adottare il vecchio sistema dei panni sporchi che si lavano in famiglia. Fino a quando?
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