Quanti sono i parlamentari che hanno problemi con la giustizia? Tanti, tantissimi. Troppi per una nazione che vuole essere definita civile. Grazie ai colleghi de L’incredibile parlamento italiano vi presentiamo l’elenco aggiornato a oggi. La prima puntata è dedicata alla pattuglia più numerosa fra inquisiti e condannati, quella eletta con l’ex Pdl, che oggi si divide in Forza Italia e Nuovo Centrodestra.

12 MARZO 2016

di Redazione

I 38 PARLAMENTARI DI FORZA ITALIA E NCD CON PROBLEMI GIUDIZIARI

  1. AIELLO Piero (NCD, eletto in Calabria) – A processo in appello per voto di scambio politico-mafioso. (assolto in primo grado) Nel 2013 La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro chiese il suo arresto nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta che portò in carcere 65 persone. La richiesta fu rigettata dal parlamento.
  1. ANGELUCCI Antonio (Forza Italia, eletto in Lombardia) – Proprietario del giornale ‘Libero’ e potente imprenditore della sanità. E’ a processo per truffa aggravata ai danni della Regione Lazio per un giro di degenze e presunte prestazioni gonfiate. Il processo dorme sonni profondi al Tribunale di Roma e si avvia alla prescrizione.
  1. AURICCHIO Domenico (Forza Italia, eletto in Campania) – Condannato in primo grado a 1 anno e 2 mesi per falso in atto pubblico e interdetto da pubblici uffici per 5 anni. Da sindaco di Terzigno (NA) dopo l’assunzione di Pasquale Auricchio, suo nipote, nel suo staff, aveva prodotto un documento falso in cui affermava di non aver nessun legame di parentela con il ragazzo.
  1. AZZOLLINI Antonio (NCD, eletto in Puglia) – A processo per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali, nella presunta maxifrode per la realizzazione del Porto di Molfetta (di cui fu sindaco). Nel 2015 è coinvolto in un altra inchiesta, insieme a 9 persone, per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta dell’ex ospedale psichiatrico ‘Casa Divina Provvidenza’ di Bisceglie. I magistrati ne chiesero l’arresto, ma il 29 luglio 2015 il parlamento, con il voto decisivo di Pd e Forza Italia, lo negò.
  1. BARANI Lucio (Forza Italia, eletto in Campania) – Condannato dalla Corte dei conti per avere percepito illecitamente doppi rimborsi tra il 2004 e il 2009, nel periodo in cui era sia deputato che sindaco di Villafranca in Lunigiana. A processo per disastro e omicidio colposo plurimo per l’alluvione del Magra del 2011. A processo per abuso d’ufficio da sindaco di Aulla per aver favorito una discarica abusiva. Subentrata prescrizione. Indagato per peculato in un altra inchiesta al Tribunale di Massa.
  1. BERLUSCONI Silvio (Forza Italia, eletto in Lombardia, poi decaduto il 27 novembre 2013 a seguito di condanna definitiva) – Condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale e all’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici nel processo Mediaset: fondi neri per centinaia di milioni con l’acquisto a prezzi gonfiati di film Usa. Per gran parte delle somme frodate allo Stato, il reato è finito in prescrizione. Evita il carcere grazie alla riduzione di 3 anni della pena (indulto, legge Mastella 2007, governo Prodi) e alla legge Cirielli sulla prescrizione (approvata dal suo governo). Condannato in primo grado a 7 anni per concussione per costrizione, favoreggiamento della prostituzione minorile e all’interdizione a vita dai pubblici uffici. Assolto in Appello, dopo la modifica della legge sulla concussione approvata da Pd e Forza Italia. Condannato in primo grado a 1 anno per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. Per aver ricevuto e girato al Giornale (di suo fratello) la bobina rubata di una intercettazione sul caso Unipol, non trascritta e coperta da segreto istruttorio. Subentrata prescrizione. A processo per corruzione nella presunta compravendita di parlamentari. Tra i capi d’accusa: versamento di 3 milioni di euro all’onorevole De Gregorio (già reo confesso) per passare con il centrodestra e far cadere il governo Prodi nel 2008.
  1. CESARO Luigi (Forza Italia, eletto in Campania) – La procura di Napoli ne ha chiesto l’arresto nel Luglio 2014 per favoreggiamento alla camorra. L’arresto non venne concesso e lui continua a sedere in parlamento. Era l’autista dello storico boss camorristico Raffaele Cutolo.
  1. BRAMBILLA Michela (Forza Italia, eletta in Lombardia) – Nel marzo 2014 il Tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere per peculato e abuso d’ufficio (uso illegittimo di elicotteri di Stato, quando era ministro), ma il parlamento con voto segreto ha negato l’autorizzazione a procedere.
  1. CONTI Riccardo (Forza Italia, eletto in Lombardia) – A processo per truffa. Una storia incredibile: Angelo Arcicasa (all’epoca dei fatti presidente dell’Enpap, l’Istituto di previdenza degli psicologi) nel gennaio del 2011 fece acquistare all’ente un prestigioso immobile in via della Stamperia (3.900 metri quadri distribuiti su cinque piani, nei pressi della Fontana di Trevi) per 44,5 milioni di euro dalla società Estatedue Srl, amministrata da Conti, il quale poche ore prima aveva comprato quello stesso immobile per circa la metà del prezzo dal Fondo Omega di Intesa San Paolo.
  1. D’ALI’ Antonio (Forza Italia, eletto in Sicilia) – A processo in Appello per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa avrebbe intrattenuto a partire dagli anni 90, rapporti diretti o mediati con esponenti di spicco di Cosa Nostra, tra cui il boss Matteo Messina Denaro. In primo grado, prescritto per i fatti antecedenti al 1994, assolto per insufficienza di prove per gli anni successivi. La Procura ha fatto ricorso. Fu tra i fondatori di Forza Italia, è stato viceministro degli Interni nel secondo governo Berlusconi.
  1. DE CAMILLIS Sabrina (NCD, eletta in Molise) – Viceministro ai rapporti col parlamento nel governo letta. A processo per abuso d’ufficio. Ha anche un processo per peculato in seguito all’inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari alla Regione Molise, inchiesta che l’ha coinvolta per il periodo durante il quale è stata consigliere regionale.
  1. DE SIANO Domenico (Forza Italia, eletto in Campania) – La Procura di Napoli ne ha chiesto l’arresto nel gennaio 2016 per associazione a delinquere e corruzione. Ha altri 3 processi in corso: per abuso d’ufficio e truffa aggravata in una vicenda di discariche e rifiuti all’isola d’Ischia, per abuso edilizio, per peculato da consigliere regionale della Campania. Siede su 3 poltrone contemporaneamente: consigliere comunale (dopo essere stato Sindaco) di Lecco Ameno (isola d’Ischia), consigliere provinciale a Napoli (ma le province non erano state abolite?) e senatore.
  1. FASANO Vincenzo (Forza Italia, eletto in Campania) – Coinvolto in due procedimenti penali relativi alla gestione delle aree Asi di Battipaglia (Salerno). Condannato a 2 anni per concussione il 16 ottobre 2007, ha beneficiato dell’indulto.
  2. FAZZONE Claudio (Forza Italia, eletto nel Lazio) – A processo per abuso d’ufficio. L’inchiesta fu aperta dopo la scoperta di lettere di raccomandazione inviate da Fazzone quando era presidente del consiglio regionale del Lazio. Erano scritte su carta intestata della Regione e normalmente protocollate. Nelle missive si segnalavano persone da spostare o assumere alla Asl. Rinviato a giudizio nel 2010, il processo dorme sonni profondi al Tribunale di Roma. Nell’estate del 1992 era l’autista dell’allora ministro dell’interno Mancino (a processo nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia), di cui paradossalmente si occuperà proprio la Commissione parlamentare in cui siede lo stesso Fazzone.
  1. FITTO Raffaele (Forza Italia, eletto in Puglia) – Condannato in primo grado a 4 anni per corruzione, illecito finanziamento pubblico ai partiti e abuso d’ufficio. Assolto in appello, si attende la Cassazione. Da governatore della Puglia, nella campagna elettorale del 2005, avrebbe ricevuto una tangente da 500.000 euro da Angelucci (sotto forma di finanziamento alla Lista Fitto) e in cambio facendo assegnare alla Tosinvest l’appalto da 198 milioni di euro per la gestione delle residenze sanitarie assistite. E’ stato inoltre ritenuto responsabile anche di abuso d’ufficio per lo stanziamento dei fondi per gli oratori destinati inizialmente all’impiantistica sportiva. Condannato con l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e a 1 anno di inibizione a trattare con la pubblica amministrazione: è subentrata la prescrizione, alla quale avrebbe potuto rinunciare, ma non lo ha fatto.
  1. FLORIS Emilio (Forza Italia, eletto in Sardegna) – Rinviato a giudizio a Cagliari per abuso d’ufficio in una vicenda legata all’abusivismo sulle spiagge cagliaritane.
  1. FORMIGONI Roberto (NCD, eletto in Lombardia) – A processo con altre 11 persone per associazione per delinquere e corruzione. Da governatore della Lombardia sarebbe stato il “promotore e organizzatore” dell’associazione a delinquere e avrebbe garantito stabilmente tra il 1997 e il 2011 favori alla Fondazione Maugeri tra il 2002 e il 2011 al San Raffaele, oggetto quest’ultimo di un’indagine parallela. Un ingente flusso di finanziamenti regionali è stato garantito ai due centri di eccellenza, secondo i pm in cambio di favori goduti da Formigoni tramite il faccendiere ciellino Pierangelo Daccò, ritenuto l’uomo cerniera tra strutture private accreditate e la politica regionale.
  1. GALAN Giancarlo (Forza Italia, eletto in Veneto) – Per 15 anni governatore del Veneto e 2 volte ministro. Arrestato nel Luglio 2014, ha patteggiato 2 anni e 6 mesi per corruzione, concussione e riciclaggio nello scandalo Mose di Venezia che vede coinvolti decine di politici, funzionari e imprenditori. Non ha fatto un solo giorno di carcere dopo la condanna. Ha restituito solo 2,6 milioni di euro (a fronte di un maltolto di oltre 15 milioni) e continua ad essere deputato e presidente della commissione cultura della Camera percependo il relativo stipendio. Dal 1987 è affiliato ad una loggia massonica padovana appartenente all’obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia.
  2. GALATI Giuseppe (Forza Italia, eletto in Calabria) – A processo per corruzione in atti giudiziari e falso ideologico.  Riguardo la revoca della delega a condurre l’inchiesta “Poseidone” sulla depurazione in Calabria e l’avocazione dell’inchiesta “Why Not” all’allora PM di Catanzaro Luigi De Magistris per le truffe sui fondi europei destinati alla Calabria. E’ stato Sottosegretario all’Istruzione nell’ultimo governo Berlusconi.
  1. GASPARRI Maurizio (Forza Italia, eletto nel Lazio) – A processo per peculato. Appropriazione indebita di 600.000 di finanziamenti pubblici destinati al PDL che avrebbe utilizzato per una polizza vita a lui intestata.
  1. LETTIERI D’AMBROSIO Luigi (Forza Italia, eletto in Puglia) – A processo a Bari per appropriazione indebita, falso in scrittura privata e violazione della privacy. Tra il 2011 e il 2012, in concomitanza dei congressi cittadino e provinciale di Bari, numerosi cittadini ignari sarebbero stati tesserati per il PDL a loro insaputa da un collaboratore di D’Ambrosio.
  1. MANCUSO Bruno (NCD, eletto in Sicilia) – A processo per associazione a delinquere. Secondo la Procura, quando era sindaco di Sant’Agata di Militello, sarebbe stato il promotore di un comitato d’affari insieme al dirigente comunale Giuseppe Contiguglia per truccare la progettazione di appalti pubblici. Coinvolto in passato anche in inchieste per voto di scambio (assolto in primo grado).
  1. MATTEOLI Altero (Forza Italia, eletto in Toscana) – E’ attualmente a processo per finanziamento illecito (tangenti) nello scandalo Mose di Venezia. I soldi sarebbero arrivati tramite l’amico Erasmo Cinque della Socostramo srl, già militante di Alleanza Nazionale e anch’egli indagato (per corruzione). Grazie alle insistenze del parlamentare il costruttore sarebbe entrato nell’appalto per le bonifiche dei terreni inquinati di Porto Marghera.
  1. MESSINA Alfredo (Forza Italia, eletto in Lombardia) – Vicepresidente del gruppo bancario-assicurativo Mediolanum (Fininvest) è a processo per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta.
  1. MINARDO Nino (NCD, eletto in Sicilia) – Condanna definitiva a 8 mesi per abuso d’ufficio. Fu anche arrestato dalla Guardia di Finanza e indagato per associazione a delinquere, truffa aggravata, malversazione ai danni dello Stato ed estorsione aggravata.  Nonostante questo siede ancora tranquillamente in Parlamento.
  1. MINZOLINI Augusto (Forza Italia, eletto nel Lazio) – Condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi per peculato continuato quando era direttore del Tg1. Usava la carta di credito della Rai per spese pazze (65.000 euro in 1 anno e mezzo, tra resort e ristoranti di lusso senza nemmeno specificare gli invitati). Il giudice ha fissato anche per lo stesso periodo l’interdizione dai pubblici uffici. Condannato inoltre a 6 mesi per abuso d’ufficio. Da direttore del Tg1 tolse dalla conduzione del telegiornale Tiziana Ferrario, che aveva mansioni di caporedattore e non la ricollocò nell’attività redazionale per circa un anno. Secondo la Ferrario sarebbe stata la conseguenza per “essersi opposta all’asservimento del Tg1 alle esigenze propagandistiche del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in violazione da parte di Minzolini dei doveri di obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione”.
  1. PARISI Massimo (Forza Italia, eletto in Toscana) – A processo per finanziamento illecito ai partiti, in relazione ai finanziamenti di 800.000 euro di Carboni alla Società Toscana Edizioni di Verdini (di cui è socio) per saldare i debiti della società.
  1. PELINO Paola (Forza Italia, eletta in Abruzzo) – Nel marzo 2013 viene condannata in primo grado per aver comprato 11 mila euro di abiti firmati in una boutique di Pescara, senza averli mai pagati. È stata condannata a saldare il dovuto e alle spese legali. La Pelino si è difesa affermando che la boutique non ha mai emesso lo scontrino fiscale.
  1. ROMANI Paolo (Forza Italia, eletto in Lombardia) – Condannato a 1 anno e 4 mesi per peculato, nell’inchiesta l’inchiesta sugli sprechi e le spese anomale di assessori e dirigenti del Comune di Monza.
  1. SAVINO Elvira (Forza Italia, eletta in Puglia) – A processo per concorso in riciclaggio a Bari. Accusata di aver fatto da prestanome fino al 2008 a un bancarottiere (Michele Labellante) ritenuto il cassiere del potente clan mafioso Di Cosola e Parisi. (Sacra Corona Unita). Era stata oggetto di intercettazioni, non utilizzabili però nel processo perché non era stata richiesta l’autorizzazione alla Camera. Sempre secondo l’accusa, la deputata ex Pdl avrebbe anche fatto pressioni verso due ministeri per favorire un progetto di edilizia universitaria gestito dalla stessa cosca.
  1. SCAVONE Antonio Fabio Maria (NCD, eletto in Sicilia) – Condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale (371.000 euro) quando era Direttore Generale dell’ASP 3 di Catania. Il processo penale è finito in prescrizione.
  1. SCIASCIA Salvatore (Forza Italia, eletto in Lombardia) – Condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi per la corruzione di membri della Guardia di Finanza. Ex ufficiale della Guardia di Finanza, poi passato a direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest. Ha confessato di aver personalmente fatto pervenire ad alcuni finanzieri quattro tangenti da 100 milioni di lire l’una, che dovevano servire ad assicurare delle verifiche fiscali più blande alle società Fininvest, Mediolanum, Mondadori, Edilnord e Telepiù.
  1. SCILIPOTI Domenico (Forza Italia, eletto in Calabria) – Condanna definitiva per produzione di documenti falsi in merito a debiti contratti non onorati (230.000 euro). Nella relazione prefettizia che portò allo scioglimento del Comune di Terme Vigliatore (Messina) si legge anche di Scilipoti, che ne fu assessore. Gli ispettori ministeriali scrissero: “..quanto sopra si rappresenta al fine di evidenziare i collegamenti intercorsi tra Scilipoti Domenico, classe ’57, il quale ricoprirà nel 2002, seppur per breve tempo, anche l’incarico di assessore comunale al Bilancio nella Giunta Nicolò, con personaggi appartenenti ad una delle più importanti cosche della provincia di Reggio Calabria”.
  1. SCOMA Francesco (Forza Italia, eletto in Sicilia) – A processo per corruzione aggravata e finanziamento illecito. Da ex assessore regionale alla Famiglia avrebbe consentito al Ciapi (ente di formazione professionale) di ottenere finanziamenti per 5 milioni di euro. Degli 80 milioni di fondi europei destinati a quell’ente per i disoccupati siciliani, ne scomparve più della metà. E neanche uno dei disoccupati venne avviato al lavoro. Una parte di quelle ingenti somme sarebbero finite nelle tasche del manager e consulente Fausto Giacchetto, le cui società si occupavano di piani di comunicazione per conto dell’ente. In cambio Scoma avrebbe ottenuto il pagamento di quasi 30.000 euro di benefit, tra spese elettorali, soggiorni a Capri e abbonamenti allo Stadio Barbera per assistere alle partire del Palermo Calcio. Se la caverà quasi certamente grazie alla prescrizione, che arriverà entro il 2016.
  1. SERAFINI GIANCARLO (Forza Italia, eletto in Lombardia) – Condannato (in patteggiamento) per corruzione. Ex capo carpentiere nei cantieri dell’Edilnord di Silvio Berlusconi a Milano 2 negli anni ‘70 e ‘80, poi assessore all’Economato nella giunta di Ombretta Colli (provincia di Milano), Consigliere Regionale della Lombardia, tesoriere di Arcore al posto di Giuseppe Spinelli, infine senatore.
  1. TANCREDI Paolo (Forza Italia, eletto in Abruzzo) – A processo per corruzione a Teramo per le presunte tangenti relative alla realizzazione di un impianto di essiccazione. Tra i suoi atti ‘memorabili’ il 18 giugno 2010 presentò al Senato, come primo firmatario, tre emendamenti alla Finanziaria: condono edilizio, diritto di prelazione e condono fiscale tombale. Un fuoriclasse.
  1. VERDINI Denis (Forza Italia, eletto in Toscana, oggi sostiene la maggioranza di Matteo Renzi) – A processo a Perugia per tentativo di associazione a delinquere e corruzione sugli appalti del G8 e post terremoto. Imputato anche a Roma per violazione della legge sulle società segrete (processo P3), per avere “costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento, diffamazione e violenza privata”. A processo a Firenze per bancarotta e truffa nella vicenda della gestione della Banca di Credito Cooperativo Fiorentino. A processo per finanziamento illecito. Avrebbe ricevuto 1 milione di euro da Riccardo Conti (suo collega parlamentare di Forza italia), a sua volta co-imputato per truffa aggravata insieme ad Angelo Arcicasa nello stesso processo.
  1. ZUFFADA Sante (Forza Italia, eletto in Lombardia, oggi sostiene la maggioranza di Matteo Renzi) – Condannato dalla Corte dei conti per i rimborsi irregolari da consigliere regionale della Lombardia (112.000 euro di pranzi, viaggi, hotel, giornali e persino una vagonata di francobolli), ne restituirà 53.000, mentre parte della restante somma percepita illegalmente sarà ridata dai due ex capigruppo Pdl in Regione, Giulio Boscagli e Paolo Valentini, i quali avrebbero dovuto controllare e non l’hanno fatto. Zuffada, legatissimo all’ex senatore Mario Mantovani ‘berlusconiano’ (oggi agli arresti per corruzione, concussione, turbativa e abusivo d’ufficio), non fa una piega e resta senatore.