Ispettori prefettizi alla ‘Cascina Calderara’ di Magenta per indagare su eventuali violazione da parte dei gestori dei profughi: donne e bambini giunti in città la scorsa estate. Gli uomini del Ministero degli Interni dubbiosi sulla gestione e il controllo dei migranti. Il centro di accoglienza potrebbe essere chiuso con largo anticipo

29 OTTOBRE 2016

di Riccardo Sala

MAGENTA (MILANO) – Ispettori prefettizi in ‘visita’ alla Calderara per indagare su eventuali mancanze da parte dei gestori dei profughi, donne e bambini giunti in città la scorsa estate. Giovedì pomeriggio, infatti, gli uomini del Ministero degli Interni sono entrati a sorpresa nella cascina per constatare le condizioni dell’accoglienza di 29 migranti eritrei, 12 donne e 17 bambini, che abiteranno a Magenta, almeno fino al prossimo 31 dicembre. Tuttavia, se le violazioni dovessero essere accertate, il centro di accoglienza potrebbe essere chiuso con largo anticipo.

I controlli e le violazioni

Una visita non proprio di piacere, anche se le ispezioni a sorpresa a volte vengono messe in atto senza alcun motivo particolare. Ma qui, a ben vedere, i motivi ci sono eccome. Il primo di questi sarebbe il mancato intervento alla cinta, che dovrebbe separare la metà de complesso destinata ai profughi da quella abitata dalla famiglia magentina dei Sangalli. La cancellata d’emergenza, che tutt’ora svetta nel bel mezzo di un cortile del ‘700, è ancora lì al suo posto dopo due mesi dall’arrivo dei migranti, senza che la cooperativa, nonostante le ripetute segnalazioni, ne se sia mai occupata. Alla nostra prima visita la cinta era composta da semplici transenne a maglie larghe alte un paio di metri, incastrate all’interno di mattoni di cemento ed era coperta infine da una cerata bucherellata e semitrasparente. All’appello mancava anche un cancello, che avrebbe dovuto rendere più semplici le operazioni di entrata e uscita, senza dover ogni volta scardinare le transenne. La barriera, fortemente instabile, a continuo rischio caduta e non in grado di garantire la minima privacy ai due gruppi, è ancora lì tale e quale.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Controlli sotto accusa

Nel mirino della Prefettura ci sarebbe anche l’organizzazione e il controllo dei migranti. Il personale infatti sarebbe poco e non garantirebbe una presenza, come vuole la convenzione tra gestore e Prefettura, 24 ore su 24. Tre educatori in campo, di cui due in servizio durante il giorno (con orari ‘da ufficio’ dal primo mattino alle 5 del pomeriggio) e uno che gestisce la sera (fino all’una di notte). Per il resto, ovvero per 7-8 ore, nessuno della cooperativa controlla e assiste le donne e i loro bambini. Due casi nelle mani degli ispettori che di certo non sono una bella pubblicità né per i gestori né per la Prefettura, e che fanno intendere la chiara intenzione di spendere il meno possibile di quei 34,50 euro che le Coop incassa giornalmente per ogni migrante. Tanto il contratto per l’accoglienza alla Calderara dura fino al 31 dicembre e, seguendo le ultime mosse della Prefettura, per ora non sono previsti bandi pubblici per la prosecuzione dell’assistenza ai profughi al 2017. Insomma, meglio qualche polemica in più, che qualche soldino in meno. E questa la chiamano solidarietà.