Il potente boss calabrese, Francesco ‘Ciccio’ Riitano, era il referente dei narcos per il traffico internazionale di cocaina. Da Arluno, nel Milanese, al resto del mondo, attraversando l’Europa da Nord a Sud, con una grande ambizione: ‘sbarcare’ in Colombia

15 LUGLIO 2017

di Francesca Ceriani

ARLUNO (MILANO) – Il nome di Arluno, cittadina del Milanese, è conosciuto anche oltreoceano. Ma non per una buona causa, come ci piacerebbe raccontare. Da Arluno (base logistica del traffico di stupefacenti sgominato a fine maggio, che ha portato in carcere 21 persone), infatti, partiva quella rete di relazioni criminali che, sottostando agli ordini dei capiclan ‘ndranghetisti calabresi, legati alla potente cosca dei Gallace di Guardavalle, si sviluppavano attraversando mezza Europa, giungendo fino al Sudamerica.

I boss

Spagna, Olanda, Germania, Colombia: questi i paesi toccati dal traffico internazionale di stupefacenti promosso e costituito da Francesco ‘Ciccio’ Riitano, vera mente criminale dell’intera organizzazione. Ma Riitano non poteva gestire questo enorme impero tutto da solo. Aveva bisogno di gente fedele e fidata, da poter mandare all’estero, percorrendo migliaia di chilometri in automobili con doppifondi in cui nascondere la cocaina. E Alfio Di Mare, classe 1950, questo faceva: viaggiava, per conto di Riitano, manteneva i contatti con i ‘fornitori’ e con gli altri associati. E proprio i viaggi di Di Mare sono un interessante punto di partenza per capire come l’organizzazione di Riitano si fosse ormai ‘fatta conoscere’ anche all’estero.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Il viaggio a Barcellona

Siamo a luglio 2016, quando Di Mare e Riitano partono per Barcellona a bordo di un’Audi A3; il viaggio è finalizzato al pagamento di una partita di coca effettuato a un mese di distanza. E proprio a fine agosto Di Mare riparte, accompagnato da Silvana Colombo, altra figura di spicco dell’associazione mafiosa. Cilena, classe 1955, è una stretta collaboratrice di Di Mare e, grazie alla padronanza della lingua spagnola, funge da interprete nelle lunghe trattative con i cartelli colombiani, finalizzate all’importazione di ingenti partite di cocaina. Ed è proprio Colombo, nel primo viaggio spagnolo, a prenotare l’alloggio presso il centralissimo hotel a 4 stelle ‘Catalonia Eixample’ di Barcellona: Di Mare, infatti, non vuole lasciare alcuna traccia del suo soggiorno in Catalogna. Di Mare, che in questo viaggio come negli altri svolgerà la funzione di ‘corriere’ del denaro e di ‘luogotenente’ alle dirette dipendenze di Riitano, appare preoccupato dal fatto di dover svolgere l’operazione a mezzanotte: “Ma guarda questi che mi fanno fare un’operazione a mezzanotte – dirà a Colombo –  Sono sempre stato contrario io. E’ che ho le mie regole. Che stress madonna! Uno deve stare tranquillo e ti innervosiscono”. Nessuno stress, nessun cedimento però viene mostrato quando, in piena notte, incontrerà due persone colombiane in un luogo isolato, dove smonteranno e rimonteranno alcune parti dell’autovettura in cui erano stati nascosti 465 mila euro in contanti.

Il viaggio in Olanda

Di Mare non ha un attimo di tregua e, tornato da Barcellona, riparte subito per l’Olanda. E’ la notte tra il 3 e il 4 settembre quando, sempre a bordo della sua Audi, guida verso Utrecht. Ma prima della partenza Riitano aveva effettuato personalmente la bonifica della vettura con uno scanner molto sofisticato. Nonostante l’esito negativo, Riitano nutre ancora dei dubbi; lascia comunque partire Di Mare, carico di 360 mila euro in banconote, salvo poi fargli fare marcia indietro. Quando il suo braccio destro si trovava ormai già in Germania, Riitano, che aveva rinvenuto una microspia sulla propria auto, lo invita a interrompere subito il viaggio. Di Mare non sa che fare: in auto aveva parlato. E infatti, quando i due si incontrano a Casale Monferrato, città di residenza di Di Mare, quest’ultimo viene fermato dai Carabinieri che troveranno e sequestreranno i 360 mila euro rinvenuti in un vano ricavato dietro il faro posteriore dell’auto.

Gli affari in Germania e in Italia

E poi la Germania, e precisamente Francoforte, dove Riitano risiede ufficialmente e dove gestiva una pizzeria, ‘Bella Italia’. Anche da lì il boss arlunese porta avanti i suoi affari. Al porto di Genova, invece, nel 2012 sono stati sequestrati 409 chili di coca e arrestate 9 persone. Cosa c’entra Riitano? Ancora una volta il referente di quella partita era lui; era lui a gestire le importazioni dalla Colombia e quella partita sequestrata in terra ligure Riitano avrebbe dovuto distribuirla nell’hinterland milanese.

Il tecnico corrotto

Ma Riitano sognava in grande, voleva fare il salto di qualità e rendere più semplice il trasporto della coca dalla Colombia; nei mesi scorsi, proprio a questo proposito, aveva incontrato Antonio Traettino (anche lui arrestato), tecnico di manutenzione degli aeroplani alla Neos, compagnia che effettua voli su Malpensa. Il boss trattava l’acquisto dei disegni industriali delle parti interne di un aeroplano, probabilmente da utilizzare per trasportare direttamente droga dalla Colombia in Italia. ‘Sogni’ infranti, andati in mille pezzi dopo l’arresto di fine maggio che ha portato Riitano e molti dei suoi ‘sgherri’ in carcere.