Occhi puntati su Abbiategrasso, cittadina di 33.000 abitanti nel Milanese, dove il Movimento 5 Stelle ambisce prima al ballottaggio e poi, al secondo turno, a conquistare il suo terzo sindaco in Lombardia, dopo il clamoroso successo di Sedriano (primo comune lombardo a essere sciolto per mafia) nel novembre del 2015 e quello di Vimercate nel 2016
11 APRILE 2017
ABBIATEGRASSO (MILANO) – Lui si chiama Med Mouslih. Ha 48 anni. Ed è il coordinatore del Movimento 5 Stelle di Abbiategrasso, in provincia di Milano. In questi anni, assieme agli attivisti locali, ha lavorato tanto e bene. Al punto che oggi gli occhi del vertici regionali ‘grillini’ sono puntati su di lui e sul candidato sindaco Barbara De Angeli, che ambisce prima al ballottaggio e poi alla vittoria finale al secondo turno. In regia, come nel caso di Sedriano, c’è il consigliere regionale Stefano Buffagni, punto di riferimento per tutti i ‘grillini’ dell’Altomilanese.
Il pasticcio del Pd
Il sindaco uscente, Pierluigi Arrara, ha scelto di non ricandidarsi. Ed è un problema, perché il ‘sostituto’ scelto dai ‘dem’, Lele Granziero, avrebbe avuto molte più chance di successo, se fosse stato indicato per tempo. Invece si vota il prossimo 11 giugno e gli elettori di centrosinistra si stanno ancora domandando perché Arrara abbia mollato il colpo, credendo poco o per nulla ai problemi di lavoro e di famiglia. Il sindaco uscente, tra l’altro, aveva un livello di popolarità medio-alto e godeva di una certa stima. Ora Granziero si trova a fronteggiare due ostacoli. Il primo: deve far dimenticare ai ‘suoi’ i pasticci del Pd. Il secondo: deve dimostrare di essere all’altezza del suo predecessore, anche e soprattutto quando sta in mezzo alla gente. Pur con tutti questi dubbi da sciogliere, i ‘dem’ restano forti. Ma decisamente meno di qualche mese fa.
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La crisi del centrodestra
In premessa, nel disastro del centrodestra di questi ultimi cinque anni, beh, il candidato sindaco Cesare Nai è forse l’unico in grado di salvare la baracca, sia perché sa porsi nel modo giusto sia perché non è a digiuno di politica. Aiuta poi il fatto che la coalizione si presenta compatta. Però è tardi. Anzi, è tardissimo. E in molti, durante l’ultimo mandato amministrativo, si sono chiesti dove fosse il centrodestra, se fosse ancora vivo o se invece avesse definitivamente rinunciato a combattere. Ecco, l’impressione è che gli elettori siano in fuga e che molti di loro si siano già ricollocati.
Il rebus Finiguerra
E’ la vera incognita di queste elezioni, Domenico Finiguerra e la sua lista civica. Nel 2012 sfiorò il ballottaggio. E c’è chi giura che, se non avesse mancato il secondo posto per un pugno di voti, oggi sarebbe sindaco, pronto per il secondo mandato. Ma quanto vale oggi Finiguerra? Il suo consenso è quello di cinque anni fa, quando coprì quel vuoto ora colmato dai ‘grillini’? E ancora, dov’è finito il suo folto gruppo? Impossibile rispondere a tutte queste domande. Pertanto, impossibile capire se l’ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano sarà ancora un protagonista della corsa elettorale oppure se, come in tanti sostengono, sarà residuale.
L’occasione dei ‘grillini’
Il Movimento 5 Stelle ha davanti a sé un’enorme chance: andare all’incasso del lavoro di questi anni (fatto di protesta e insieme di proposta), sfruttare le debolezze del Pd, svuotare buona parte dell’ex elettorato di centrodestra e sostituire Finiguerra, che nel 2012 interpretò magistralmente il civismo. Su una cosa gli osservatori politici sono d’accordo: se De Angeli andasse al ballottaggio, batterla al secondo turno sarebbe un’impresa ardua. Per chiunque.