Elezioni 2022 a Magenta, lo scenario inedito e l’idea di Razzano: una lista civica aperta
MAGENTA (MILANO) – “Ogni volta che passeggio per Magenta mi si stringe il cuore. Strade rotte, verde malcurato, segnaletica stradale inesistente, telecamere non funzionanti, sporcizia. Ma quello che mi spaventa di più è la capacità di questa amministrazione comunale di evitare qualsiasi dibattito pubblico”. Le parole di Paolo Razzano – ex vicesindaco di Magenta, attualmente dirigente del Pd metropolitano e con un incarico importante al fianco del sindaco di Milano, Giuseppe Sala – accendono i riflettori su un tema delicato quanto urgente: “Magenta non parla più del suo futuro”.
Razzano pensa al futuro
L’ex vicesindaco pensa alla sua città, che tra poco più di un anno andrà alle urne per eleggere il nuovo sindaco. E osserva, al solito con lucidità politica, la situazione: “Non si parla dei problemi della crisi pandemica, di come sostenere il commercio e la ristorazione cittadina, di come intercettare le opportunità del Recovery Fund per le aree ex Saffa ed ex Novaceta, del nuovo progetto di prolungamento della metropolitana fino alla nostra città. Non si parla di come risolvere i problemi di sicurezza, di come fare sinergia con Legnano e Abbiategrasso per migliorare i servizi pubblici. Non si parla della scuola, di come affrontare una multiculturalità ormai evidente nella nostra comunità. Si preferisce alimentare il silenzio e individuare il colpevole di turno, piuttosto che coinvolgere in una riflessione pubblica le realtà più vitali e attive di Magenta. Associazioni, imprenditori, commercianti, professionisti, forze politiche e civiche, cittadini”.
Il sostegno a Razzano anche da destra
Segue una chiosa piuttosto disincantata: “Tanti avrebbero tanto da dire e da dare alla nostra città. Ma parlare significa liberare sinergie e idee che spaventano. E che potrebbero destabilizzare il precario equilibrio che regna a palazzo Formenti. Intanto, mentre il silenzio continua, la città ha smesso di sognare il proprio futuro”. La riflessione di Razzano è la denuncia di un disagio, ma diventa l’opportunità di edificare qualcosa di nuovo. Tanto che a dargli ragione sono cittadini di ogni schieramento, tra cui per esempio l’ex assessore Rocco Morabito: “A malincuore e con molto dispiacere purtroppo non posso contraddirti”. E ancora il leader di ‘Nuova Italia’, Munib Ashfaq: “Condivido al cento per cento”. Infine si schiera pure Emanuele Torreggiani, intellettuale di centrodestra non organico al sistema, perché uomo libero. Il suo commento alla riflessione di Razzano non lascia spazio alle interpretazioni: “Organicamente preciso. Concreto. Luttuoso. Condivido”.
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Il commento del direttore Ersilio Mattioni: lo scenario inedito
Cosa sta succedendo? Semplice. Di fronte a un’amministrazione comunale sostanzialmente immobile (caratterizzata soltanto dal protagonismo della Lega: tutte chiacchiere su Facebook, fatti concreti zero), qualcuno si sta ponendo il tema decisivo: il futuro, che poi in ultima analisi è il destino della città e dei suoi abitanti. E quando c’è in gioco il futuro, allora destra e sinistra esistono relativamente, perché le intelligenze migliori si mettono a disposizione al di là delle proprie appartenenze. Quando Paolo Razzano parla di “progettare il futuro di Magenta”, il suo primo alleato è Luca Del Gobbo. Entrambi – non a caso sono i politici più lungimiranti del nostro territorio – avvertono l’urgenza di superare i vecchi schemi per corrispondere alle sfide del tempo presente. E di farlo a cominciare dalle elezioni comunali di Magenta del 2022.
Una civica aperta al centrodestra?
Del Gobbo, che gode ancora di grande popolarità, si è spesso interrogato in questi anni sull’attuale amministrazione. E se con il sindaco Chiari Calati i rapporti sono tornati sereni, al consigliere regionale di ‘Noi con l’Italia’ non sfugge l’immobilismo che regna nella politica magentina e che si ripercuote sull’attività amministrativa. Con la Lega che pensa solo a gonfiare il proprio consenso attraverso la collaudata tecnica dei proclami e la strategia dei nemici (veri o immaginari), la città è ferma: dalle piccole cose ai grandi progetti gli anni dal 2017 a oggi sembrano passati invano. Dunque, che fare? Continuare a sostenere questa compagine politica oppure scendere in campo da solo? Decisione difficile. Ed è proprio qui che subentra la possibile terza via: una grande iniziativa civica, che sappia radunare attorno a sé i moderati del centrodestra, i riformisti del Pd e tanta, tantissima, società civile.
Un rischio per immaginare un futuro diverso
Chi ci starebbe? Razzano parla di “associazioni, imprenditori, commercianti, professionisti, forze politiche e civiche, cittadini che hanno tanto da dire e da dare alla nostra città”. Ma aggiunge che “parlarne significa liberare energie e idee che spaventano. E che potrebbero destabilizzare il precario equilibrio di potere”. Questo è il punto, questa è la domanda decisiva: chi vuole rischiare per immaginare un futuro diverso? E’ presto per dire se a Magenta c’è spazio per un progetto politico che sappia andare al di là delle ideologie per scrivere il riscatto della città. Le premesse però esistono.