Accusato di tentato omicidio, poi scagionato. Ma il testimone chiave non si presenta in tribunale. Si complica la vicenda dell’inverunese Luigi Gatta, che deve rispondere anche di una lunga serie di furti

di Ersilio Mattioni

INVERUNO (MILANO) – Ennesimo giallo nell’incredibile vicenda giudiziaria che vede protagonista Luigi Gatta, 41 anni, di Inveruno. L’uomo – accusato di una serie di furti con strappo, tra cui quello di Casorezzo, quando il rapinatore fu bloccato dal sindaco – era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Tentato omicidio

Secondo il Pubblico ministero, Gatta avrebbe accoltellato un 35enne nordafricano dopo un litigio per un debito di droga. Il 35enne si era presentato a casa dell’inverunese e per difendersi dalle coltellate si era lanciato dal balcone, finendo in coma. Ma una volta risvegliatosi, aveva scagionato Gatta con parole inequivocabili: “Non è stato lui ad accoltellarmi”.

La tesi del Pm

Il Pm non gli aveva creduto e per cristallizzare la situazione aveva chiesto e ottenuto un incidente probatorio alla presenza di entrambi. Gatta (difeso dall’avvocato Roberto Grittini di Abbiategrasso) si è regolarmente presentato in udienza lunedì 4 luglio, ma si è ritrovato da solo, perché il 35enne nordafricano è scomparso dai radar.

Testimone irreperibile

Non è stato possibile neppure notificargli la convocazione in tribunale. Insomma, il testimone chiave non si trova e nessuno sembra sapere dove sia nascosto. Che si tratti una dimenticanza o di una vera e propria latitanza è difficile da stabilire. Di sicuro il 35enne è l’unico che può evitare a Gatta la pesante accusa di tentato omicidio.

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