A Milano e a Roma si naviga. Ma cosa succede in provincia, nel profondo Nord? Il Pd rischia il tilt. E non c’è, da queste parti, il carismatico segretario-premier, Matteo Renzi, a rimediare ai pasticci di una classe dirigente inadeguata. Il caso di Vittuone – comune di 9.000 abitanti nel Milanese – lo dimostra: qui il Pd ha governato, ha litigato, non è riuscito a evitare la caduta della giunta e ha annunciato le primarie, che però hanno fatto flop per assenza di candidati. Un disastro
9 MARZO 2015
VITTUONE (MILANO) – Nel 2012 stravinsero le elezioni. E il nuovo sindaco, Fabrizio Bagini, si presentò come l’uomo nuovo, il medico stimato che viene dalla società civile e decide di dedicare il proprio tempo alla cosa pubblica. Non era una finzione. Era tutto vero. Però Bagini, carattere docile e poco incline alla rissa politica (per la verità anche poco avvezzo al decisionismo) non aveva calcolato un dettaglio: quei vecchi ‘tromboni’ di un’epoca perduta, che gli sedevano accanto in giunta e in consiglio comunale. E che facevano di tutto per condizionarne le scelte. Nessuno di loro, tutti figli del Pd a trazione ‘bersaniana’, sarebbe mai stato eletto sindaco. Così si sono ‘schermati’, salvo poi rispuntare fuori al momento giusto, Anzi, sbagliato.
La vita del sindaco Bagini è stata tormentata, dal primo giorno. Finché nel 2016 ha gettato la spugna, dopo l’ennesima crisi di maggioranza. Si è dimesso, il comune è stato commissariato e la prossima primavera andrà al voto. Il Pd, manco a dirlo, è a pezzi. L’ultima figura barbina sono state le primarie. Annunciate in pompa magna e poi naufragate per mancanza di candidature, nonostante un giornale locale avesse improvvisato un volo di fantasia inventandosi papabili inesistenti. Ora i ‘democratici’ mettono in campo il ‘piano B’ e potrebbero puntare sull’ex vicesindaco Roberto Stellini, il quale però di recente è stato avvistato all’assemblea del centrodestra. Insomma, si ride per non piangere.
Difficile capire come abbia fatto il Pd a disperdere, nel giro di pochi anni, un successo elettorale senza precedenti. Ma una risposta possibile forse c’è: una classe dirigente all’ultimo giro di giostra ha pensato molto a esercitare il potere e poco ad amministrare la cittadina. C’è rimedio? Sì, ma dipende dai giovani. A cominciare da Paolo Razzano, vicesindaco di Magenta e responsabile organizzativo del Pd metropolitano. Lui, classe 1981, è l’unico che può motivare i giovani ‘dem’ di Vittuone, dando loro la forza necessaria per fare piazza pulita. In caso contrario il rischio che si corre non è tanto quello di riconsegnare il paese al centrodestra (siamo in democrazia, c’è l’alternanza), bensì di riconsegnarlo all’ex sindaco Enzo Tenti, uno degli ultimi esponenti di Forza Italia ancora legatissimo a Mario Mantovani, l’ex vicegovernatore della Lombardia oggi agli arresti per corruzione, concussione e turbativa d’asta.
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