A Corbetta, nel Milanese, il rettore del Santuario dei Miracoli, pronuncia dal pulpito parole inaccettabili contro gli omosessuali. La Curia di Milano lo viene a sapere e avvia un’indagine interna: il sacerdote rischia un provvedimento disciplinare

14 MARZO 2017

di Redazione

CORBETTA (MILANO) – E’ arrivata sul tavolo dell’Arcivescovo di Milano l’omelia anti-gay del rettore del Santuario dei Miracoli di Corbetta, nel Milanese. Secondo quanto si apprende da fonti interne della Curia milanese, le parole pronunciate dal pulpito da don Mario Caccia non sono per nulla piaciute all’entourage del cardinale Angelo Scola.

L’attaco omofobo

“Dio perdona ma non lascia correre”, così ha tuonato il sacerdote corbettese, che ha preso espressamente le difese del prete che, riferendosi al sisma che ha seminato morte e distruzione nell’Italia centrale, vaneggiò, dicendo che i terremoti avvengono per colpa degli omosessuali. Le parole di don Caccia hanno suscitato discussioni, anche aspre, che hanno superato i confini di Corbetta e non possono quindi più essere liquidate come parole in libertà di un prete di campagna. Oltretutto, la predica è stata ripresa da numerosi organi di stampa ed è in pratica diventata di dominio pubblico.

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L’intervento della Curia

Di qui la decisione della Curia di Milano di aprire un’indagine interna. In Arcivescovado, questo è quanto trapela, la predica di don Mario Caccia è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono voluti sforzi non indifferenti – così si ragionerebbe in Curia – per far calare il silenzio sullo scandalo dei soldi spariti dalle casse della chiesa corbettese, all’epoca guidata da don Mario Motta, e adesso ci mancava pure la predica anti-gay. Il fastidio tra i vertici dell’Arcivescovado per le parole del rettore è evidente, tanto che alcuni avrebbero spinto per un immediato provvedimento disciplinare nei confronti del sacerdote. Poi ha prevalso, come spesso succede negli ambienti ecclesiastici, la calma e la riflessione.

L’indagine interna

Questo non vuol però dire che don Mario Caccia sia stato perdonato. Al contrario, la Curia ha deciso di aprire un’indagine interna e starebbe per convocare a Milano alcune persone che hanno ampia conoscenza della vicenda. Per ora non è in programma l’audizione di don Caccia, ma non è escluso che il sacerdote venga sentito in un secondo tempo. Quello che è certo è che le parole del rettore del Santuario, che da quella domenica si è chiuso in un silenzio assoluto sull’argomento, sono suonate ‘stonate’ in Curia.

Silenzio stampa

Nessun commento neppure da parte del parroco, don Giuseppe Angiari. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dalle mura della casa parrocchiale, il sacerdote sarebbe abbastanza seccato con il collega del Santuario ma, almeno ufficialmente, la linea è quella del ‘no comment’.