Elezioni a Magenta, l’ex vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani, torna in campo ufficialmente nel giorno della presentazione della lista di Fratelli d’Italia. E svela un retroscena. “Fui accusato di corruzione per aver cercato di finanziare il nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Magenta”. Poi attacca la Lega: “Non si può stare con il Nord ma anche con il Sud, un po’ in un governo e un po’ in un altro. Ci vuole più coerenza”

di Ersilio Mattioni

MAGENTA (MILANO) – Elezioni Magenta, il giorno della presentazione della lista di Fratelli d’Italia segna anche il ritorno in campo di Mario Mantovani. Il politico-imprenditore (ex Forza Italia, poi passato con Meloni) è appena uscito da una lunga vicenda giudiziaria: condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi, con sentenza poi ribaltata in appello “perché il fatto non sussiste”. Oggi ha recuperato la piena agibilità politica e mette i puntini sulle ‘i’. Anche nei confronti degli alleati, Lega in primis.

Elezioni a Magenta

Sabato 21 maggio, nel tardo pomeriggio, Fratelli d’Italia ha presentato la lista per le Comunali del 12 giugno. Lista che, con rispetto parlando, appare alquanto fragile. Basti pensare che ben 5 candidati non sono neppure venuti, che più della metà non vive a Magenta, che il segretario cittadino Fdi – Lori Garagiola, super votato alle elezioni del 2017 – non si è candidato e che i nomi di peso sono veramente pochi. Ma il pomeriggio è stato comunque interessante, perché segnato da una novità politica di grande rilievo.

Il ritorno di Mantovani

Tra i big di Fratelli d’Italia al tavolo dei relatori c’era anche Mario Mantovani. Già senatore, già sindaco di Arconate e già vicegovernatore della Lombardia, è noto per essere stato il plenipotenziario di Silvio Berlusconi al tempi del Pdl in Lombardia, fino al 2015. Poi un arresto che fece scalpore, una condanna in primo grado e un’assoluzione con formula piena in appello. Oggi però l’ex senatore sembra essersi lasciato alle spalle 7 anni di inchieste ed è pronto a ricominciare.

Il retroscena sull’accusa di corruzione

“Nel 2014, quando ero assessore alla Salute in Regione, andai in giunta con il piano degli ospedali da finanziare. Mi accorsi che non c’era Magenta. Chiamai l’allora direttore generale della Asst Ovest Milanese, Carla Dotti, per chiedere spiegazioni. Non mi capacitavo che a essere rimasto escluso fosse proprio un ospedale del mio territorio”. Comincia così il racconto di Mantovani, che svela un retroscena sull’accusa di corruzione che la Procura di Milano gli mosse contro: “Dotti mi spiegò che non disponeva di professionisti in grado di redigere un progetto finanziabile e allora io chiamai un architetto e glielo mandai per risolvere il problema. Per questo motivo venni accusato di corruzione”.

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“La Lega? Sia più coerente”

Poi Mantovani affronta i temi di stretta attualità politica, a cominciare dal boom di Fratelli d’Italia (primo partito nei sondaggi con oltre il 22%). “Il nostro partito cresce grazie anche a Giorgia Meloni: studia, è preparata ed è coerente. Credetemi, questa è merce rara in politica. La Lega, per esempio, su questo dovrebbe riflettere. Un po’ sta con il Nord, ma anche con il Sud. Un po’ sta in un governo (l’esecutivo giallo-verde con il Movimento 5 Stelle, ndr) e poi sta in un altro (l’attuale esecutivo di Mario Draghi, che vede Lega e Pd in maggioranza, ndr). Insomma, un po’ di coerenza non guasterebbe”.

Il futuro

Al di là delle elezioni a Magenta, quale futuro si prospetta per Mantovani? L’anno prossimo si vota alle Regionali in Lombardia e anche per il parlamento, mentre nel 2024 si terranno le elezioni europee. Tante le ipotesi in campo. Ma a giudicare da come Mantovani parla della sua esperienza (che si è interrotta proprio a cause dalle inchieste giudiziarie) di assessore regionale alla Salute, vorrebbe da pensare che tornerebbe volentieri al Pirellone. Gli scenari possibili, tuttavia, sono molti.