Europei 2016 – La Kinder ‘archivia’ il bimbo biondo, la destra insorge

La Kinder cambia l’immagine del bambino biondo emblema della germanicità sulle barrette di cioccolato e la sostituisce con bimbi di diverse nazionalità. La destra insorge e organizza il boicottaggio dei prodotti di uno dei marchi più famosi al mando, accusando l’azienda di esser complice del terrorismo musulmano

28 MAGGIO 2016

di Laura Oldani

GERMANIA – Si sa, il marketing e l’advertisement al giorno d’oggi sono due delle risorse più utilizzate dalle aziende per promuovere i propri prodotti, e a volte si esagera. Ma non è questo il punto, almeno non oggi in Germania la Kinder decide di cambiare la classica immagine del bambino biondo con gli occhi azzurri sulle confezioni dei cioccolatini, sostituendola con quelle di altri ragazzini di diverse nazionalità ed etnie. Ma l’azienda non ha preso fotografie di bambini casualmente, bensì quelle dei giocatori della nazionale tedesca. Il tutto è stato progettato per pubblicizzare, oltre alla marca di dolciumi, anche gli Europei di calcio che si terranno in Francia. Una mossa di marketing culturale: sponsorizzare un prodotto e dare una mano all’integrazione.

Le reazioni della destra nazionalalista

Ma la destra nazionalista non l’ha presa prende molto bene e ha accusato la Kinder di aver cambiato le immagini per uno scopo preciso: alimentare il terrorismo musulmano. E davvero, di fronte a queste prese di posizione, non si sa se ridere o piangere, perché la Kinder è un’azienda che mira al profitto e soltanto qualche mente ‘bacata’ potrebbe pensare che il colosso tedesco tifi per l’Isis. Si fatica a credere a quello che si legge.

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I commenti

I commenti sui social sono per la maggior parte – quasi totalmente – contro questa uscita (ma forse è meglio chiamarla ‘figura di palta’) della destra nazionalista. Da ultimo, viste le ripercussioni anche in patria, abbiamo contattato l’ufficio comunicazione della Kinder Italia per una dichiarazione, eccola: “Ferrero è contro ogni forma di discriminazione e prende le distanze da qualsiasi posizione di odio razziale e xenofobia”.