“Non voglio essere creduto sulla parola, ma sui fatti. Se sarò condannato in tribunale, sono pronto a pagare il mio debito con la società. Poi voglio ricominciare. Farò del volontariato e ancora l’imprenditore. Basta oro: ho chiuso con quel mondo”. Mirko Rosa a tutto campo, anche sull’ex suocero: “In un’intercettazione dice di voler pagare un pregiudicato 20.000 euro per farmi sparare nelle gambe. Lo fa per vendetta, verso di me e verso la mia famiglia. Per fortuna i magistrati l’hanno fermato”
24 MARZO 2016
LEGNANO (MILANO) – Dice di voler cambiare vita. E di fronte ai nostri dubbi, perché un pentimento sincero ha bisogno della prova dei fatti, risponde: “Ce la sto mettendo tutta, lo faccio per i miei figli che sono entrambi minorenni. A loro voglio essere d’esempio”. Mirko Rosa, ex re dell’oro, 41 anni, sembra volersi lasciare alle spalle il passato, anche se prima dovrà fare i conti con la giustizia. Su due fronti. Il primo è la recente condanna in primo grado a 3 anni e 8 mesi di carcere per frode fiscale; il secondo è il processo, ancora in corso, per maltrattamenti nei confronti della sua ex fidanzata. Se Rosa sarà condannato, prima di cominciare la sua nuova vita, dovrà pagare i debiti con la società. La cosa non lo preoccupa: “Non sono ancora stato condannato in via definitiva. Se accadrà, ne accetterò le conseguenze”. Rosa descrive i suoi ultimi anni, tra cocaina, anabolizzanti e fumate di crac (“Spendevo in droga 3.000 euro al giorno”). Intanto, racconta di aver appreso dalle intercettazioni ambientali che nel 2014 Giacomo De Luca sarebbe stato disposto a pagare 20.000 euro per fargli sparare alle gambe da un pregiudicato.
Senta Rosa, in molti non crederanno al suo pentimento. Ci dà un motivo per farlo?
“Non voglio essere creduto sulla parola, ma sui fatti. Ce la sto mettendo tutta per cambiare. Lo faccio soprattutto per i miei figli, entrambi minorenni, che meritano di avere un padre migliore, capace di dare l’esempio”.
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Un esempio che finora ha dato in modo negativo, non se n’è reso conto?
“No, non mi rendevo conto di quello che facevo. Vivevo sotto l’effetto della cocaina e degli anabolizzanti”.
Vuol dire che ne facevo uso quotidiano?
“Sì, nell’ultimo periodo poi ne ero schiavo. Spendevo in droga 3.000 euro al giorno, fumavo crac. Non ero io. E me ne rendo conto solo adesso, dopo un periodo di cura e astinenza, molto faticoso. Vorrei dire una cosa a tutti i ragazzi che pensano di poter fare un uso moderato della droga: smettete subito! Prima o poi la droga diventa una spirale, te ne serve sempre di più. E’ impossibile dominarla. Ti trascina sempre più in basso”.
Pure gli anabolizzanti?
“Certo, è lo stesso. Li prendevo per essere gonfio e muscoloso, ma poi devi assumerli sempre. Se no, cominci a vederti meno tonico e vai in paranoia. Un macello”.
Rosa, lei afferma che Giacomo De Luca, suo ex suocero e suo ex socio, avrebbe riferito a un’amica di essere pronto ad assoldare un pregiudicato per farle sparare nelle gambe. E’ un’accusa grave, ne è sicuro?
“Ma non è una mia opinione, è quello che si legge in un’intercettazione ambientale. De Luca – che peraltro è sospettato di essere il mandante dell’incendio alla mia Hummer e anche di aver pianificati altri attentati incendiari contro mie proprietà, auto e negozi – racconta a una sua amica durante un viaggio in auto che avrebbe già contattato alcune persone per farmi sparare nelle gambe e dice che 20.000 euro è il prezzo da pagare. Sconcertante”.
Perché De Luca, secondo lei, farebbe una cosa del genere?
“Per vendetta. Dopo l’episodio tra me e sua figlia”
Lei, per quei fatti, è a processo per maltrattamenti. Lo chiama “episodio”?
“E’ stato detto molto più di ciò che realmente è avvenuto. Infatti le accuse più gravi (violenza, sequestro di persona, ndr) sono cadute. Ma anche in questo caso non voglio fuggire dalle mie responsabilità. Mi difenderò in tribunale e accetterò le decisioni dei giudici. Su De Luca però…”
Però cosa?
“Ce n’è da dire. E la sanno pure i magistrati. Spero scoprano tutto, perché io sono certo di essere stato truffato e derubato, di soldi e di oro, da chi avrebbe dovuto essermi socio e amico. A questo proposito voglio ringraziare il Pubblico ministero Nadia Calcaterra per avere fermato l’escalation degli attentati dinamitardi nei confronti della mia famiglia. E voglio chiedere scusa. Sono dispiaciuto per le mie esternazioni passate contro il questore, i giudici, le forze dell’ordine, il Papa. Ripeto: non mi rendevo conto di ciò che facevo”.
Si è parlato anche di uomini vicini alla ‘ndrangheta (o comunque ad ambienti malavitosi) che giravano attorno alle sue attività. E’ vero?
“Guardi, questo non lo so. Da parte mia e della mia famiglia di sicuro no, le nostre società sono serie, con capitali veri. Poi con l’ingresso di altri soggetti, altre società, beh, non saprei che dire, non conosco le amicizie di tutti”.
Rosa, ci dica la verità: non sarà che tutti quei soldi – tanti, facili, veloci – le hanno dato alla testa?
“Non so. Non ne sono sicuro. Finché non facevo uso di cocaina, andava tutto bene. Dopo essere diventato dipendente dalla droga, è stato un disastro. Ora basta. Voglio chiudere questa fase della mia vita, voltare pagina, ricominciare”.
E poi cosa farà?
“Un po’ di volontariato, di sicuro. E poi quello che so fare: l’imprenditore”.
Ancora con l’oro?
“No no, per carità. Basta oro, ho chiuso con quel mondo. Ho altre idee, vedremo”.