L’avvocato Lassini dà per scontato il processo, smentendo lo stesso Mantovani. E’ il caos

13 FEBBRAIO 2016

di Redazione

MILANO – “Oso sperare che si riesca ad archiviare il caso già in udienza preliminare” e se invece arrivasse il processo “sarebbe un’altra sconfitta per la giustizia”. Parola di Mario Mantovani (ex vicepresidente della Lombardia, indagato per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’uffici) a ‘Lettera 43’ il 30 novembre del 2015. Parole di un uomo di potere che è inciampato nella giustizia e che tuttavia si professa innocente. Legittimo, anche perché non si conosce un politico indagato che si dichiari colpevole.

Le incredibili dichiarazioni di Lassini

Ma se le affermazioni di Mantovani non stupiscono, quelle del suo avvocato sì. Roberto Lassini – uno dei legali di fiducia dell’ex sindaco di Arconate, l’altro è il più noto Guido Calvi, che difese Massimo D’Alema nell’inchiesta sulle tangenti rosse – ha infatti reso alcune sorprendi dichiarazioni a un settimanale locale di Rho: “Nell’udienza preliminare che si svolgerà fra qualche settimana (per la precisione l’8 marzo, dal momento che la Procura di Milano ha chiuso le indagini, ndr) si stabilirà essenzialmente solo la sezione del tribunale che si occuperà del processo e niente altro (…) Credo che il processo non avrà luogo prima dell’estate”.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Ma Lassini e Mantovani si parlano?

Ma come?! Mentre Mantovani confida di essere prosciolto da tutte le accuse già all’udienza preliminare, il suo avvocato ritiene invece che non arriverà nessun proscioglimento e dà anzi per scontato il rinvio a giudizio, dunque il processo. Sembra di sognare, perché delle due l’una: o Mantovani e Lassini non si parlano (il che è francamente da escludere, essendo Lassini molto più di un avvocato: è anche un amico personale del politico, nonché suo mediatore per alcuni affari immobiliari) oppure Lassini non conosce l’iter giudiziario, che in fase preliminare può anche condurre al proscioglimento (il che è da escludere a maggior ragione, visto che l’avvocato ha una certa esperienza).

Regna il caos

Ma allora, cosa sta succedendo? E’ la prima volta, in tanti anni di cronaca giudiziaria, che ci capita di assistere a un caso come questo, cioè a un imputato che legittimamente ambisce a essere prosciolto e al suo avvocato, pagato per difenderlo e sostenere le sue ragioni, che invece toglie al suoi cliente persino la speranza di un’archiviazione. E’ il caos. Chissà cosa ne pensa il professor Calvi, avvocato di lungo corso che si è assunto l’onere di affiancare Lassini nella difesa del politico indagato e che, possiamo dirlo con ragionevole certezza, non avrebbe mai reso simili dichiarazioni.