Accolta la richiesta dell’ex vicepresidente della Lombardia, Mario Mantovani, che sarà processato da solo con rito immediato il prossimo 8 giugno (risponderà di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio), mentre per gli altri 14 indagati dell’inchiesta ‘Entourage’ è cominciata al settimo piano del tribunale di Milano la prima delle quattro udienze preliminari, che si svolgono a porte chiuse

8 MARZO 2016

di Redazione

MILANO – Per ora l’unica certezza è che Mario Mantovani, ex vicepresidente della Lombardia ed assessore alla Sanità, sarà processato da solo e con la formula del rito immediato. Alla quarta sezione penale del tribunale di Milano, il prossimo 8 giugno, cominceranno le udienze. Per tutti gli altri 14 indagati (PER LEGGERE I NOMI CLICCA QUI) è invece appena cominciata la prima delle quattro udienze preliminari davanti al Gup, che dovrà decidere chi mandare a processo e chi prosciogliere dalle accuse che, a vario titolo, vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, passando per la concussione e il concorso in abuso d’ufficio. Fra loro anche l’assessore regionale al Bilancio, Massimo Garavaglia, che deve rispondere di turbativa d’asta per aver, in concorso con altri, fatto annullare la gara sul trasporto dei dializzati, dalla quale erano state escluse alcune Croci del territorio in cui Garavaglia e Mantovani risiedono.

Altri indagati eccellenti sono l’ex capo dell’Asl Milano Giorgio Scivoletto (sempre per la gara dializzati) e 4 manager dell’impero Mantovani: Michele Franceschina (direttore generale della Fondazione Mantovani Onlus e, secondo la Procura, prestanome del politico nell’operazione ‘casa di riposo privata’ ad Arconate), Antonio Pisano (contabile della miriade di società e cooperative riconducibili all’ex vicepresidente della Lombardia), il commercialista milanese Stefano Sacchi (amministratore delegato di Spem Srl, società che per i magistrati custodisce il tesoro immobiliare di 11 milioni di euro del politico di Forza Italia) e Alfio Molteni, un altro commerciasta, con studio a Parabiago, considerato uno dei massimi fiduciari di Mantovani.

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