Si ride per non piangere: la pubblicazione ‘Mantovani un uomo giusto’ sta arrivando nelle case di mezza Italia. I pacchi regalo partono da Arconate: all’interno un ‘libro’ e una lettera (scritta da Mantovani dagli arresti domiciliari), in cui il politico accusato di corruzione annuncia il suo ritorno. E’ una promessa o una minaccia?
29 FEBBRAIO 2016
ARCONATE (MILANO) – Avete mai visto tanto can-can attorno a un politico agli arresti per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio? Venite ad Arconate, dove la corte dei miracoli dell’ex senatore Mario Mantovani sembra inesauribile. Resterete basiti. Ma questo, del resto, è l’ex regno del ‘faraone’, che – parole sue – ha “trovato tanti posti di lavoro” e che “per prima cosa segnala la gente di Arconate”. In questo paesello di 6.600 abitanti a Nord di Milano, quando l’ex vicepresidente della Lombardia era sindaco (2001-2013) si viveva in un clima di carnevale permanente, tra feste, balli (e balle), risotti in piazza, comparsate di presunti vip e performance di artisti un po’ ‘bolliti’ per la gioia delle massaie in menopausa.
La sconfitta del 2014 e il video dei pugni sul tavolo
Poi un bel giorno di maggio 2014, quasi per magia e contro ogni pronostico, il ‘faraone’ viene detronizzato. La ‘sua’ Arconate, forse stanca di quei modi padronali, paternalistici e un pure un tantino patetici, si rifiuta di votare sua nipote come sindaco, dopo che Mantovani aveva già aggirato la legge sul doppio mandato e si era candidato per la terza volta consecutiva. Lui, che era candidato al ruolo di consigliere, per qualche mese resta sui banchi del parlamentino locale e conduce battaglie in difesa della casa di riposo privata. Si scoprirà poi, questa è una delle accuse della Procura di Milano, che quella casa di riposo era proprio di Mantovani e che, da sindaco, l’aveva concepita servendosi di una società a lui riconducibile tramite prestanome. Allora forse si capisce perché, durante una seduta del consiglio comunale (GUARDA IL VIDEO), Mantovani minacciò azioni legali contro la nuova amministrazione, colpevole ai suoi occhi di voler riequilibrare il progetto casa di riposo, allo scopo di salvaguardare gli interessi pubblici.
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Il ‘libro’ dei trombettieri e la lettera dagli arresti
Chi si trova agli arresti domiciliari non può comunicare con l’esterno. Ma può scrivere, rilasciare interviste e diffondere il suo pensiero. Così Mantovani (già al centro delle polemiche per l’allarme lanciato dalla Procura sui domiciliari poco sicuri), ha fatto spedire (a costi elevati, ma sappiamo che non sono un problema per chi, secondo i magistrati, ha cumulato negli anni un tesoro da 11 milioni di euro) dai suoi uffici politici, confinanti con la sua abitazione, migliaia di libricini contenenti pensieri smielati di fan e trombettieri, che se potessero avvierebbero la causa di beatificazione per il loro ‘santo’, ma che per preferiscono incensarlo in maniera anonima: nessuno dei ‘pensierini’ è firmato con nome e cognome. Così questi curiosi pacchi regalo sono finiti un po’ ovunque, pescando anche dagli elenchi degli iscritti a Forza Italia nel 1994. Uno di loro, che nel frattempo deve aver cambiato idea sul partito di Silvio Berlusconi e sui suoi fedelissimi, ci ha mandato libro, pacco e pure la strana lettera, vergata da Mantovani in persona.

Il ritorno in politica: promessa o minaccia?
Alla fine della missiva Mantovani si auto assolve dalle pesantissime accuse che gli vengono rivolte con un singolare “mi conoscete”, il cui significato è tutto da spiegare. Poi aggiunge: “Spero solo di incontrarvi presto”. Che sia l’annuncio di un ritorno in politica? In tutta onestà, risulta difficile anche solo da immaginare, a meno che fra marzo e aprile il Giudice per l’udienza preliminare non archivi il procedimento a carico del politico, opzione alla quale non crede neppure uno dei legali di Mantovani, l’avvocato Roberto Lassini. Staremo a vedere.
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