Dopo gli scandali e gli arresti in Regione, il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni del governatore leghista Roberto Maroni. Uno degli striscioni: “Pulizia dai ladri”. Ma la maggioranza che governa il Pirellone (Lega, Forza Italia, Ncd) non ha nessuna intezione di andare a casa, perché metà di loro non sarebbero più rieletti

28 FEBBRAIO 2015

di Redazione

MILANO – “Maroni a casa”, la protesta 5 Stelle va in scena sotto il Pirellone. Una manifestazione sotto la pioggia, a Milano, per chiedere le dimissioni del governatore leghista, Roberto Maroni, dopo i recenti scandali giudiziari.

L’arresto di Fabio Rizzi

Il primo è l’arresto per corruzione e associazione a delinquere del presidente della commissione Sanità, Fabio Rizzi (Lega Nord), in un’inchiesta su un giro di tangenti nella sanità lombarda, che vede indagate 23 persone per un giro di appalti truccati e mazzette nell’odontoiatria privata: un business da 386 milioni l’anno. Imbarazzanti, per il consigliere regionale leghista, ma non solo, le intercettazioni telefoniche e ambientali.

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L’arresto di Mario Mantovani

Il secondo è l’arresto, l’ottobre scorso, del vicepresidente Mario Mantovani (che il prossimo 8 marzo comparirà davanti al Gup), accusato di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Mantovani, di recente al centro di un’altra bufera per via di una telefonata con Silvio Berlusconi, dovrà anche difendersi dalla richiesta danni del comune di Arconate (dove è stato sindaco per 13 anni, perdendo contro tutti i pronostici nel maggio 2014), che sta quantificando i danni, finora stimati in 500.000 euro.

Il raduno e gli striscioni

Il raduno del  Movimento 5 Stelle lombardo ha visto la partecipazione di duecento attivisti, con striscioni e una mega-scopa con la scritta ‘Pulizia dai ladri’, che fa il verso alle ramazze leghista utilizzate nel 2012 proprio dai ‘Barbari sognanti’ dai Maroni dopo gli scandali giudiziari che coinvolsero sia Umberto Bossi sia l’ex governatore Roberto Formigoni, oggi rinviato a giudizio per corruzione, ma ancora comodamente seduto sul suo seggio in Senato, eletto tra le fila del Nuovo Centrodestra.

La maggioranza arroccata nel palazzo

Nonostante gli scandali e le corruttele siano ormai parte integrante delle ultime tre giunte di centrodestra in Lombardia, la maggioranza che sostiene Maroni non ha nessuna intenzione di andare a casa. Le ragioni appaiono decisamente poco nobili: metà degli attuali consiglieri di Lega, Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Lista Maroni non sarebbe più rieletti. E, vivendo di sola politica, resterebbero disoccupati.

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